lunedì 27 novembre 2006

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Al tempo in cui eravamo folli bastava uno sguardo.
E' durato un istante, forse una vita.
Ora non lo ricordo più.

domenica 26 novembre 2006

occhi

I riflettori sono puntati sul fenomeno del  bullismo che vede protagonisti molti giovani.  Ci si chiede  se la frequenza sia aumentata, se sia aumentata la crudeltà e l'indifferenza di chi compie questi gesti. Si prova a cercare dei responsabili e delle soluzioni, nascono così dibattiti non sempre costruttivi. Spesso si rischia di dire tutto e il contrario di tutto.  Il "caso" è scoppiato quando si è Occhi
trovato in rete, nella sezione file divertenti, il filmato di un ragazzo disabile preso in giro e malmenato da alcuni compagni di classe. I responsabili hanno capito di aver sbagliato solo quando sono stati scoperti. Lì è arrivata la percezione dell'errore, solo attraverso la punizione. 


Mette  tristezza  questa incapacità  di guardare al di là di se stessi, pensare che per noia o curiosità si possa fare tutto. L'idea  che la propria libertà finisce dove inizia quella degli altri sembra superata, non abbastanza trendy. Si deve prendere tutto quello che si può, subito se possibile. Per chiedere scusa c'è tempo, per pentirsi anche. In fondo è questo il messaggio che trapela dal mondo degli adulti. La libertà diventa una parola da sputare in faccia alla gente per giustificare il proprio gesto. "Non stavamo facendo nulla di male, era solo un gioco" Queste parole non possono spiegare i tentavi di violenza sessuale,le prevaricazioni, quella voglia di apparire a costo di bruciare la vita propria o altrui, la sensazione che il mondo sia lì a proprio uso e consumo. Questa immagine  traspare anche dalle parole di  un  ragazzo intervistato oggi da La Stampa. Un ragazzino che confonde la paura con il rispetto e la violenza con la giustizia. Non è il solo purtroppo, in tante famiglie normali  ci sono ragazzi che non hanno  avuto modo o voglia di capire questa differenza  e la scuola spesso non ha sanato queste lacune.


Un modo forse ci sarebbe per capire se si sta facendo la cosa giusta. Guardare negli occhi la persona che si ha di fronte, leggervi dentro i sentimenti che prova nel dover fare cose che non vuole, leggervi la paura e capire che non deve essere quella a governare i gesti delle persone. Paura creata e paura subita. Un circolo vizioso nel quale perdono tutti.

Juventus-Lecce 4-1

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Vittoria in rimonta. Mi piace lo spirito che anima questa squadra. Bravi ragazzi!



19’ e 29’ st Bojinov
46’st Palladino
48’st De Ceglie

venerdì 24 novembre 2006

Philippe Noiret

Sicilia, primo dopoguerra. Salvatore, un bambino orfano di padre ama il cinema in maniera istintiva. E' affasc00724109inato da quelle immagini in bianco e nero che si muovono sulla parete, quella magia che si ripete a ogni proiezione incantando giovani e adulti.  Alfredo è  il  proiezionista, burbero e generoso, il maestro che ne detiene il controllo, il mito di Toto insomma, tanto che il bimbo appena può si aggira intorno al cinema, attratto da quell'ambiente.  Alfredo vorrebbe che studiasse è restio ad aiutarlo ma  poi  cede e inizia a insegnarli  i segreti del proiettore. Inizia così la loro amicizia, l'affetto profondo che lega un vechio e un bambino uniti dalla stessa passione. Questa è la parte del film che mi piace di più, fiaba dolce amare, irreale, deliziosa. L'essenza del cinema che ammiro e questo è il mio primo pensiero legato a Noiret un grande attore, bravo, un uomo  in grado di rendere tutte le sfumature della condizione umana.

Allarme Web, password a rischio
Falla pericolosa in Explorer e Firefox



"Nuovo allarme rosso su Internet. Alcuni esperti informatici hanno infatti scoperto un pericoloso baco nella gestione delle password su Firefox ed Internet Explorer. Al momento non è chiara la pericolosità della vulnerabilità, ma i tecnici consigliano molta prudenza e attenzione nell'utilizzo del servizio automatico di salvataggio e compilazione dei form. Tecnicamente parlando, il problema risiede nel sistema che registra e velocizza le procedure di login su Internet.
A rischio sono soprattutto user name e password di goni genere. Una volta salvate all'interno del file di registro del proprio sistema di navigazione, infatti, le chiavi segrete possono essere raccolte su un server remoto e messe a disposizione di qualche malintenzionato senza che il diretto interessato se ne accorga. Mentre scriviamo nè Mozilla, nè Microsoft hanno pubblicato una patch per risolvere il problema e l'unica soluzione per evitare ogni rischio è quella di disabilitare il salvataggio automatico delle password dei due browser.
Robert Chapin della Chapin Information Services, colui che ha segnalato il baco, ha denominato il tutto RCSR, ovvero Reverse Cross-Site Request. La minaccia è molto seria e lo dimostra il fatto che, nel frattempo, online è già spuntato un exploit programmato appositamente per sfruttare la vulnerabilità e per reperire gli estremi di login degli utenti di MySpace. Per qualche tempo, nella gestione delle password online, forse è meglio affidarsi di nuovo a carta e penna. Ammesso che nessuno rovisti nei vostri cassetti. In questi casi una buona memoria è sempre la soluzione migliore. "




Notizia Tgcom

lunedì 20 novembre 2006

Barbie, un mito che diventà realtà?

Una signora inglese di 46 anni vanta il primato di essere la donna più rifatta d'Inghilterra, si è sottoposta a 25  interventi di chirurgia estetica. Il suo obiettivo  è rimanere sempre giovane e non Images21
lesina denaro e sforzi per realizzarlo. Il conto spese ammonta a circa € 180.000. Afferma: "devo dire che le operazioni non mi fanno soffrire. o perchè ho una soglia del dolore o perchè sono ormai di plastica." E' intenzionata a continuare fino agli 80 anni. Gestisce un centro estetico ed  è soprannominata la barbie vivente, anche  le clienti la chiamano così e lei lo prende come un complimento "la bambola Barbie non ha nemmeno una ruga". Dice che le figlie sono felici di avere una madre così giovane e bella. Lei si dice contenta perchè ha convinto il suo terzo marito a sottoporsi a ritocchi  e afferma che così diventerà il suo Ken.


La Barbie a tratti sembra avere  un che di inquietante con la sua asettica  perfezione, bella  fin che si vive  nell'infanzia  poi diventa uno scomodo esempio di ciò che non è l'imperfetta realtà in cui viviamo e di cui siamo fatti.
Leggere l'articolo innesca una serie di sensazioni contrastanti. Questa signora ha subito il primo intervento a 9 anni per correggere le orecchie a sventola e frenare le prese in giro dei compagni.
Forse questo antico trauma la spinge a ricercare la perfezione a tutti i costi? Per lei essere accettati passa attraverso l'aspetto fisico?
Se sommo tutte le affermazioni sorge spontanea un'altra domanda: Esistono persone così vuote? Non basta salvaguardare l'involucro per rimanere giovani e questa ricerca continua dell'apparire rischia di essere deleteria per l'essere, si rischia di non coltivare le proprie emozioni.
Poi si fa strada  una terza Ipotesi E' tutto un bluff! Questa donna così pronta nelle risposte, sempre adatte al personaggio che si è costruita sta recitando una parte. Forse non li ha nemmeno fatti quegli interventi o forse li ha fatti come mossa pubblicitaria per promuovere il suo centro estetico.
Quale la verità? Forse un misto delle tre che ho proposto forse tuttaltre ragioni. Rimane una donna che fa del suo corpo una tela, un oggetto che da lei si discosta e propone un messaggio che non mi piace.


notizia tratta da tgcom

Il mio pallone d'oro

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Pallone_doro

E' il portiere più forte  del mondo.
Ha fatto una scelta di cuore

La nuova Stampa e tutta da scoprire, nuova sicuramente, più ricca di articoli, più maneggevole. Forse meno unica. Mi complimento con le persone che l'hanno realizzata, con  quelle che hanno rivoluzionato il sito internet. Grazie!

Albinoleffe - Juventus 1-1

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domenica 19 novembre 2006

Un saluto

E' arrivata la nuova edizione de La Stampa. Sono curiosa ma prima di aprirla vorrei salutare il     vecchio giornale, quello che ho visto da quando ero piccola girare per casa, acquistato quasi ogni giorno da  mio padre. Leggerlo era  ed è il mio piccolo rito quotidiano, sentire  il profumo delle pagine   stampate     di fresco,     assaporare     con   lentezza   le   notizie.     Mi   perdevo  in  quel  grande  formato,  ma  era  rassicurante, come girare in una casa nella quale sapevi dove mettere le mani e  andavi  a  colpo  sicuro nel  trovare  le  cose  che  cercavi.   Quell'ordine  nel  presentare  le  notizie  faceva  parte  di  me.   Certo  il formato mi faceva compiere  delle straneacrobazie  mentre  provavoa   sfogliare   il   giornale  sul bus  o  in  macchina  però anche   questo   aveva   il   suo   lato   divertente. Mi   piace vivere  nella  blogosfera conosciuta sul sito del giornale. Grazie!

L'abito adatto alla donna...

..o la donna adatta all'abito?


Il famoso stilista italiana Stefano Gabbana  ha detto:  "...da sempre le modelle sono sottili. La mannequin deve avere certe caratteristiche per far cadere bene l'abito sul corpo. Anche perchè la pedana dilata le proporzioni.."   Risulta piuttosto chiaro da questa affermazione che è la donna a dover adattarsi all'abito e non il contrario.


Sarebbe bello se gli stilisti facessero un salto di qualità adattando le loro creazioni al fisico di donne normali che spesso non portano la taglia 38. Potrebbe essere  un modo per loro da un lato di dar  sfoggio di bravura e dall'altro di dar prova di sensibilità e contatto con la realtà e i problemi che la infestano. Non basta dire che non esiste il problema per farlo scomparire, o tirarne in ballo altri per farlo apparire meno grave. L'anoressia esiste. E' un fenomeno che interessa sempre più donne e la moda fino ad ora ha fatto ben poco per evitarlo, anzi i modelli che propone sono spesso irraggiungibili a  tal punto che chi prova a segurli rischia di cadere nel baratro.

giovedì 16 novembre 2006

Moda e morte. Un incontro che si deve evitare

Morire a 21 anni quando si è una regina delle passerelle, ammirata e invidiata. Muoversi da un paese all'altro per servizi, copertine indossando gli abiti dei migliori stilisti. Morire perchè ci si sente grassi e una modella non può essere grassa. Quell'incubo diventa ossessione ed allora i propri occhi smettono di vedere e la paura prende il sopravvento, l'anoressia diventa la quotidiana compagna con cui convivere, la guardiana delle tue insicurezze, il mostro che ti divora con costanza.  L'unica in grado di aiutarti ad essere al top e non importa se tu ti annulli per essere bella o se non ti senti mai bella abbastanza. Il mondo della moda è competitivo, tante ragazze vorrebbero essere al tuo posto e tu ti dibatti per trovare il tuo di posto, quello per cui lotti da quando eri una bambina e un talent scout ti ha notato per caso. Tu che pensavi fosse un sogno, la fiaba che tutte vorrebbero vivere non ti sei resa conto che anche i sogni hanno un prezzo e qualche volta si tramutano in incubi dai quali non si riesce a riemergere.
Non è un caso,  Ana Carolina Reston è morta a casua della denutrizione. Era alta 1,74 e pesava 40 kg. un fuscello che riscuoteva successo e in questi momenti  ci si chiede cosa si può fare per evitare che si ripetano tragedie come questa.


In Spagna si è fatto un primo passo, stabilendo  che modelle troppo magre non possono sfilare. Una ragazza come Ana avrebbe potuto salire in passerella solo se fosse pesata 56 Kg. E se si estendesse il divieto anche agli altri paesi? Potrebbe essere d'aiuto a cambiare la mentalità della gente, a comprendere che la salute, la vita vengono prima di stupidi abiti disegnati da persone che non hanno alcun contatto con la realtà? Forse fiorirebbe un mercato clandestino, forse non cambierebbe nulla. A me   piace pensare che potrebbe essere un aiuto, un segno per ragazze giovanissime che si trovano a vivere nello sfolgorante, a tratti spietato, ambiente della moda.

mercoledì 15 novembre 2006

Tre metri sopra il cielo

E'  diventato il simbolo di una generazione, un fenomeno di costume e anche un  espressione entrata  a far  parte del linguaggio quotidiano. Quello stato di beatitudine, di grazia dove solo l'amore può portarti. In particolare  il primo, quello che non si dimentica e a viva forza si è ritagliato uno spazio nel tuo cuore. Il romanzo, scritto da Federico Moccia  e pubblicato nel 1992, ha  riscosso successo tramite il passaparola tra studenti che si sono appassionati alla storia di Step e Babi, a quel  racconto C_0_articolo_326425_listatakes_itemtake_
targato  anni '80 nel quale due mondi, agli antipodi, si incontrano e danno l'impressione di poter convivere. Una storia a cui hai voglia di credere. Fatta di ribellione e amore, curiosità, voglia di vivere e scoprire come sarà il futuro, quale sarà la tua strada. Storia di confronti e scontri, di rabbia, di perbenismo ostile e di umana debolezza.  Una storia fatta di sentimenti che si mescolano, il ritratto chissa quanto veritiero di una generazione.  Forse un cult, celebrato da un film che ha visto protagonista Key Sounders, Babi e Riccardo Scamarcio, in una parola Step. Così io l'immagino e mi sembra che non potrebbe avere un altro volto.


Due ragazzi, lui sui 20 lei nell'anno della maturità. Step diviso tra palestra, amici un pò sballati e la passione per le moto, con la voglia di prendere a pugni le persone che lo urtano o gli ricordano vecchie ferite. Babi ragazza perbene, di buona famiglia, brava a scuola e con  buone amicizie. Apparentemente nulla li accomuna . il destino lì fa incontrare prima a un semaforo, poi sempre più spesso.  Pallina migliore amica di lei  si fidanza con Pollo migliore amico di lui. Babi rimane affascinata da quel ragazzo dal sorriso così bello e così raro che la corteggia.  Da qui si dipana la loro storia. Buona lettura!

lunedì 13 novembre 2006

Cuneo - Scrittorincittà

A Cuneo dal 16 al 19 novembre si svolgerà la manifestazione scrittorincittà giunta Cuneo all'VIII edizione. Ogni edizione è caratterizzata da un tema, quest'anno sarà la volta dei passaggi, parola elastica che può essere declinata in molti modi. Presso il Centro incontri della Provincia, in Corso Dante 41, sarà allestita la libreria e uno spazio per i ragazzi. Sono in programma numerosi dibattiti e incontri con gli autori. Tra gli altri: Ezio Mauro,  Gino & Michele, Culicchia, Carlo Lucarelli e Marcello Fois, Francesca Mazzucato, Giovanni de Luna, Marco Aime...  Diverse le iniziative collegate:  concerti, mostre e rappresentazioni teatrali e una rassegna cinematografica dedicata alla Guerra civile spagnola. Verrà ricordata la scrittrice cuneese Lalla Romano.




Il programma completo sul sito:


http://www.scrittorincitta.it/italian/index.php


Mi sembra un bel modo per conoscere una città.

domenica 12 novembre 2006

Il fischio del treno

Non ho bisgogno di chiudere gli occhi. Sono lì, immersa nell'acqua. Sulla pelle il caldo e il freddo si mescolano a seconda delle onde. Poco distante vedo lo scoglio dove i pescatori si sistemano la mattina presto. Quando il sole è alto diventa la metà dei ragazzini che vi stendono il loro asciugamano. La spiaggia è a 2-300 metri da me, omini che si muovono e gesticolano, bambini che giocano sul bagnasciuga. Gli ombrelloni colorati, uno a fianco a l'altro compongono uno strano disegno. Il vociare delle persone, i rumori giungono attutiti. A tratti sprofondo nel silenzio ovattato del mare. Muovo le gambe per star su, a filo dell'acqua. Mi sembra di essere abbracciata, una mano amica che mi sostiene mentre osservo ciò che mi circonda, in cielo qualche gabbiano, una barca transita lontana. Mi resta il tempo di riflettere, lasciar andare liberi i pensieri  almeno fino a quando sento un fischio. E' Il treno, sta passando veloce oltre il lungomare. Pigramente torno indietro, attenta a non bere e a non farmi spostare dalla corrente.

Juventus - Pescara 2-0

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Lui c'è

sabato 11 novembre 2006

Quasi come a casa...

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Tra dicembre 2005 e gennaio 2006 Palazzo Madama è stato aperto al pubblico, in  via straordinaria. Sono andata a visitarlo gli ultimi giorni prima della chiusura e ne sono rimasta incantata. Bello anche se ancora vuoto, non sentivo in quel momento bisogno di altro. Un interessante filmato dava la possibilità di conscere la travagliataPhoto0061 storia del palazzo. Infine arrivava il momento di iniziare.  Mi addentravo nelle sale curiosa e rimanevo affrascinata dagli affreschi restaurati, dagli stucchi, dalle pareti su cui spiccavano quadri di diverso genere: ritratti dei Savoia, immagini della  Torino settecentesca, scene bibliche e di caccia.
Quasi non percepivo il trascorrere del tempo, l'ingresso era libero si poteva andare di sala in sala, scegliere un percorso e stare lì anche delle ore a bearsi in quell'atmosfera particolare. Ero al Photo0074
centro della città eppure mi sembrava di esserne lontana, precipitata in un altra epoca, nella quale ci si sarebbe sorpresi del traffico e dei rumori che irrompevano a tratti, sorpresi di vedere quegli strani così a 4 ruote che si incrociavano nelle vie cittadine.


Poi arriva il momento di salire sulla torre, di lì  lo sguardo spaziava su Torino in un giorno insolitamente sereno. A poca distanza prendeva forma il progetto olimpiadi, l'enorme palco dove di lì a poco si sarebbero premiati gli atleti, in quel momento ancora solo uno scheletro in via di definizione.
Il tempo dilatato, la possibilità di girare di sala in sala liberamente hanno reso la visita ancora più Photo0093_2
interessante, negli occhi si fissavano  immagini meravigliose, la sensazione di vivire una bell'avventura e di non essere da sola. Persone di ogni età condividevano con me quell'esperienza, si attardavano a guardare questo o quel particolare curiosi e interessati quasi con la sensazione di trovarsi  a casa.


Sul sito del Comune ho letto la notizia dell'apertura a partire dal 16 dicembre con un allestimento rinnovato

venerdì 10 novembre 2006

Il profumo dei cattivi ricordi si annida nell'anima. Quando riemerge lo fa con poco riguardo. Ti costringe a un viaggio che non vorresti fare, a una sensazione che non avresti più voluto provare. Così il tempo si annulla e tu se lì a cercar di scacciare quel cattivo ricordo, quel cattivo pensiero  che ti attanaglia il cuore.

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giovedì 9 novembre 2006

Buon Compleanno a Alessandro Del Piero, un calciatore che ammiro  e rispetto per come si è sempre distinto nel comportamento fuori e dentro il campo da gioco. Un esempio di serietà ed educazione, una boccata d'aria pura. Auguri Capitano!

domenica 5 novembre 2006

Morte di un dittatore. E' questa democrazia?

Saddam Hussein è stato condannato a morte. Per alcuni era una sentenza già scritta. Ora sarà chiamata a decidere la Corte d'Appello che si pronuncerà entro 30 giorni. L' ex raiss ha espresso, in caso di esecuzione capitale, la preferenza per il plotone d'esecuzione a dispetto dell'inpiccagione.


A livello internazionale non sono messi in discussione i feroci crimini di cui si è macchiato il dittatore iracheno, si è invece in disaccordo riguardo la condanna. Mentre Usa e Regno Unito si schierano a favore della condanna a morte affermando che così si applica la legge irachena,  l'Europa avrebbe preferito la pena dell'ergastolo.


Questo processo, secondo il politologo Luttwak intervistato da La Stampa, non ha soddisfatto nessuno. Troppo lungo per essere apprezzato dagli iracheni che l'avrebbero chiuso in un giorno e poco equo rispetto ai "parametri" occidentali. La Stampa ha proposto un interessante confronto riguardo i pro e contro di una condanna a morte per Saddam Hussein.


Questa condanna se eguità porterà una serie di conseguenze. Non è semplice  stabilire se prevarranno quelle positive o quelle negative. L'esecuzione di Saddam Hussein può sanare il conflitto in Irak, lenire il dolore delle vittime, aiutare Bush a vincere le elezioni? Stupisce la tempestività di questa condanna, giusto due giorni prima delle elezioni negli Usa. Potranno gli americani sentirsi più sicuri con un Saddam Hussein in meno sulla faccia della terra o l'impressione di una condanna costruita a tavolino nuocerà alla campagna elettorale dei repubblicani? Saddam potrebbe diventare un simbolo della lotta anti occidentale, far sentire ancora più spaccato il suo paese, anche questi sono aspetti da non sottovalutare.  Decidere se condannarlo o meno a morte non è indolore.


Al di là di queste considerazioni rimangono i dubbi, tanti che permangono quando si parla di pena di morte. Quando si uccide una persona messa in condizione di non nuocere sembra di eseguire più una vendetta che amministrare la giustizia. Può l'uccisione di un uomo risarcire dell'uccisione di altri uomini? Chi può legittimamente arrogarsi il diritto di decidere riguardo la vita di un'altra persona? Sono  alcune delle domande che mi vengono in mente ora che ho letto di questa condanna. Ci sono altri dittatori che operano indisturbati mentre i riflettori sotto tutti puntati sull'Irak. Non credo che sia una condanna comminata con anni e anni di ritardo a far cambiare loro modo di agire. Servono interventi decisi nei loro confronti, servirebbe più chiarezza, averel'impressione che non si muova tutto solo in base alla convenienza politica del momento. Serve giustizia e non credo possa arrivare tramite una condanna a morte.


Il post '2b or not 2b' Oggi si può ha generato un bel dibattito, su La Stampa di oggi ho letto un editoriale che fa riferimento alla "riforma inglese" che tende a privilegiare il contenuto rispetto alla forma.


Mina in  Secondo me del 5 novembre


COMUNICARE, OGGI
Dal messaggino alla scritturina
E pensare che c’era la Parola

Ero in presenza della morte, in presenza della natura, di una natura che imparavo a conoscere in modo terribile. Dal momento che arrivo ad essere un uomo che fa la guerra, non è l’idea di uccidere o di essere ucciso che mi tormenta: ero un uomo che non voleva altro per sé se non i rapporti con l’assoluto, l’assoluto che era rappresentato dalla morte. Nella mia poesia non c’è traccia d’odio per il nemico, né per nessuno; c’è la presa di coscienza della condizione umana, della fraternità degli uomini nella sofferenza, dell’estrema precarietà della loro condizione. C’è volontà d’espressione, necessità d’espressione, nel Porto sepolto, quell’esaltazione quasi selvaggia dello slancio vitale, dell’appetito di vivere, che è moltiplicato dalla prossimità e dalla quotidiana frequentazione della morte. Viviamo nella contraddizione. Posso essere un rivoltoso, ma non amo la guerra. Sono anzi un uomo della pace. Non l’amavo neanche allora, ma pareva che la guerra s’imponesse per eliminare la guerra. Erano bubbole, ma gli uomini a volte si illudono e si mettono dietro alle bubbole»


Da Allegria di Ungaretti

sabato 4 novembre 2006

San Martino del Carso

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non m'è rimasto
neppure tanto

Ma nel mio cuore
nessuna croce manca

E' il mio cuore
il paese più straziato


(Giuseppe Ungaretti)

«L'inutile strage»

«L'inutile strage», così definita da Papa Benedetto XV si conclude il 4 novembre 1918 quando l'impero Austro-Ungarico e l'Italia firmano l'armistizio a Villa Giusti nei pressi di Padova.

venerdì 3 novembre 2006

Bruno Lauzi

Il poeta














Alla sera al caffè con gli amici
si parlava di donne e motori
si diceva "son gioie e dolori"
lui piangeva e parlava di te

Se si andava in provincia a ballare
si cercava di aver le più belle,
lui restava a contare le stelle

sospirava e parlava di te

Alle carte era un vero campione
lo chiamavano "il ras del quartiere"
ma una sera giocando a scopone
perse un punto parlando di te

Ed infine una notte si uccise
per la gran confusione mentale
fu un peccato perché era speciale
proprio come parlava di te

Ora dicono, fosse un poeta
e che sapesse parlare d'amore

Cosa importa se in fondo uno muore
e non può più parlare di te

giovedì 2 novembre 2006

'2b or not 2b' Oggi si può

Si sta realizzando una svolta epocale nel sistema scolastico britannico. D'ora in poi gli studenti delle scuole superiori inglesi potranno usare lo slang degli sms anche negli esami. In Scozia sono già previsti dei punti aggiuntivi da attribuire in base all'originalità degli argomenti trattati senza che si tenga conto di come sono esposti. Un portavoce della 'Scottish Qualifications Authority', afferma che gli studenti ''Certo, otterrebbero maggiori punteggi con un inglese corretto, ma l'aspetto su cui focalizziamo le nostre attenzioni è il contenuto''.
L' "Oxford Cambridge and RSA Examination Board",  agenzia che sovrintende agli esami scolastici, sostiene che ''le abbreviazioni, le omissioni di un punto o di una lettera maiuscola costituiscono prova di reato per l'esaminando solo se ricorrono più volte in un esame scritto''.


Forse alcuni studenti tireranno un sospiro di sollievo, forse i puristi della lingua storceranno il naso.


Voler dar spazio alla creatività degli studenti senza appiattirsi dietro a formalismi può avere degli aspetti positi ma se portato all'estremo potrebbe provocare gravi danni.  Non è giusto tener conto solo del contenuto. Entrambi gli elementi vanno considerati quando si esamina un componimento. La scuola deve prima di tutto assolvere alla funzione dell'insegnamento, dare agli studenti strumenti utili per poter crescere e sviluppare le proprie qualità, è giusto che si mostri aperta tenendo conto però di quello che deve insegnare ai propri studenti. Uno strumento importante, essenziale è il saper scrivere in maniera corretta,  senza acronimi, abbreviazioni o slang. Acquisire cioè uno stile che possa essere utile nella vita sociale e nel lavoro. Non dar loro questa possibilità di imparare accontentandosi di quello che già sanno è un impoverimento prima di tutto per gli studenti. Penso che la vera libertà stia nel poter scegliere.  E' bello poter alternare uno slang, uno stile puro, un dialetto, una lingua a seconda delle occasioni e di cosa abbiam voglia di dire.


mercoledì 1 novembre 2006

Juve, storia di un grande amore

06 Questo è il titolo dell'inno bianconero. La Juventus nasce 109 anni fa a Torino. L'idea viene ad alcuni studenti del liceo D'Azeglio che su una storica panchina decidono di dar vita allo "Sport Club Juventus". La prima casacca è rosa abbellita da una cravatta nera.


Nel 1903 la divisa si rinnova acquisendo i tradizionali colori bianco e nero che veste ancora oggi. Questo cambiamento sembra sia dovuto all'errata interpretazione di un impiegato tessile di Nottingham che spedì  le divise dall'Inghilterra. I nuovi colori non furono subito apprezzati ma non c'erano alternative e quindi vennero indossati. Il curioso aneddoto si può leggere su wikipedia 


Lì ho letto queste parole che mi sono piaciute molto: 


«L'anima juventina è un complesso modo di sentire, un impasto di sentimenti, di educazione, di bohemien, di allegria e di affetto, di fede alla nostra volontà di esistere e continuamente migliorare»


(Eugenio Canfari, primo presidente della società)



Sono tanti i  campioni che hanno indossato questa gloriosa maglia. La mia prima squadra è stata quella che ha vinto lo scudetto nel campionato 1994/95, seguivo il calcio anche prima ma in maniera più distratta. Quell'anno iniziai ad appassionarmi. Trascorrevo le domeniche passeggiando in montagna, la radiolina attaccata all'orecchio per sentire minuto per minuto quanto accadeva. Il batti e ribatti tra i campi, il segnale che andava e veniva, mentre i risultati cambiavano e le emozioni si facevano altalenanti. Certe partite mi sono rimaste nel cuore. Mi colpiva e mi colpisce la capacità dei giocatori di fare gruppo, di essere una squadra sempre, anche nei momenti difficili.


Ora che la Juve gioca in serie B mi rendo conto che l'attaccamento alla squadra non è cambiato, la seguo con la stessa passione.  Vivo con un certo sollievo il non dover sentire le polemiche, le accuse e gli insulti che sentivo gli scorsi anni. Spero, come Buffon di non dovermi attaccare troppo alla B.


Auguri Vecchia Signora!!

Juve-Brescia 2-0

13 ' 7 Del Piero


' 22 Del Piero


BENTORNATO GIANLUCA!!


Oggi allo stadio Olimpico si è celebrata la festa bianconera. La Juventus ha compiuto 109 anni. Tanti campioni sono scesi in campo per mostrare il loro attaccamento alla squadra. Uno dei più anziani è Sentimenti IV portiere degli anni '40, tra gli altri Lippi, Carrera, Torricelli, Gentile, Tacconi, Platini, Ravanelli, Boniperti, Causio, Cabrini, Ferrare. Sfilava un bel pezzo di storia bianconera  accolto con entusiasmo dai tifosi.   


Dal sito  della Juventus: "si accendono le candeline su una torta disegnata a centrocampo. Ce ne sono 26, una per ogni campione, poi Nanà spiega le altre tre: una per tutti voi, una per tutti i tifosi bianconeri in Italia e nel mondo, una per le 39 vittime dell’Heysel."