mercoledì 31 gennaio 2007

Qui e là

Oggi è stato un giorno importante per me. In
teoria uno di quei giorni da ricordare. L'ultimo esame universitario, quasi la
chiusura di un libro. La prima impressione è stata di sollievo. Ho vissuto gli
ultimi giorni quasi in apnea con l'impressione di non vivere appieno. Anche se
non studiavo da mattina a sera il pensiero era lì. Sono felice, anche se un pò
di malinconia è nell'aria. E' stata una gran bella esperienza l'università, mi
sembra di averla vissuta con lo spirito giusto. C'è un tempo per tutto ero bene
o male è arrivato quello della tesi.


Pensavo di passare tardi, invece per una serie
di coincidenze ho finito alle 11. Così ho ricevuto un regalo inaspettato: una
giornata da vivere in libertà, senza preoccupazioni. Ho fatto una passeggiata
in centro. Su Torino splendeva il sole e tutto sembrava più bello. In via Po
curiosando  tra le bancarelle di libri, ho trovato Il Castello di
Kafka, spero di leggerlo presto.


Poi  sono andata a Palazzo Madama. E' Phpm3o8qb575f3d4467680df3df8b1af8408d55d
meraviglioso, un'avventura che merita di essere vissuta. (qui il sito) Ogni volta che entro, vedo qualcosa di nuovo che in precedenza non avevo notato, mi scopro ad amare ogni stanza. Ho l'impressione di essere a casa per il tempo che mi viene dato per girare e  osservare ogni cosa.






In un negozio vicino a Piazza S. Carlo ho visto le opere di un'artista che mi ha colpito molto.  Rafal_olbinsky Adesso cerco informazioni su: Rafal Olbinsky. Credo surrealista, sicuramente sorprendente.










Chiudo qui.


1 foto dal sito: http://www.palazzomadamatorino.it/


2 foto dal sito: http://www.amazing-optical-illusions.com/index2new.htm

martedì 30 gennaio 2007

La grande anima

Non è la
letteratura né il vasto sapere che fa l'uomo, ma la sua educazione alla vita
reale. Che importanza avrebbe che noi fossimo arche di scienza, se poi non
sapessimo vivere in fraternità con il nostro prossimo?


         
               Gandhi


Venne assassinato, 59 anni fa, da un
induista radicale che si inchinò per tre volte di fronte a lui prima di
colpirlo.  Era  un  uomo di pace, aveva fatto della non violenza
un modo  di vivere. Rifererendosi a
questo diceva: "Per praticare la non-violenza, bisogna essere intrepidi e
avere un coraggio a tutta prova."  Leader del movimento anticoloniale
indiano, si impegno per ottenere l’indipendenza dell’India che avrebbe voluto
unita. Per questo motivo quando il paese ottenne l’indipendenza nel 1947, non
festeggiò. Avrebbe voluto che il Pakistan continuasse a farne parte. Gandhi portò
avanti le sue battaglie praticando diugiuni e promuovendo azioni di disobbedienza civile.


Albert Einstein riferendosi a lui
disse "Le generazioni a venire forse a fatica crederanno che un individuo,
come questo, in carne ed ossa camminò su questa terra''. Aveva ragione. E' difficile credere che è esistito e ancor più complicato riproporre le sue idee però è necessario farlo per il bene di tutti. Un sopravvissuto ai lager ha affermato la necessità di far convivere ogni popolo in pace sul  nostro pianeta. Penso che questa convivenza può essere realizzata solo attraverso la pratica della non violenza. A questo si deve mirare per trovare un equilibrio.

lunedì 29 gennaio 2007

I giorni della merla

Sono
diverse le leggende legate agli ultimi giorni di gennaio (il 29, il 30 e 31 del
mese) considerati Merlo_2
tradizionalmente i più freddi dell'inverno. Protagonista è il
merlo che in un lontano passato era coperto da un bianco piumaggio.
Un tempo Gennaio contava solo 28 gelidi
giorni.  Un merlo, giunto l'ultimo giorno  del mese, uscì dal suo
riparo. Era allegro, pensava che il peggio fosse passato e disse: “Più non ti curo Domine, che uscito son dal
verno
”. Gennaio offeso si rivolse al fratello febbraio. Si fece prestare 3
giorni nei quali scatenò freddo e gelo al punto da costringere il merlo e i
suoi merlottini a rifugiarsi in un comignolo. Il fumo scurì il loro piumaggio.
Quando uscirono, i primi giorni di febbraio, erano diventati irrimediabilmente
neri. Così, da quel giorno il nero divenne il colore dei merli.


Qui potete trovare altre versioni della leggenda:


http://www.carloforte.it/storia/leggende/merla.htm


 

domenica 28 gennaio 2007

Il rispetto è fuori moda?


Un celebre settimanale italiano
ha pubblicato un servizio nel quale propone le risposte dei sacerdoti, nel
confessionale, di fronte a temi quali eutanasia, condom, staminali,
omosessualità.
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Non servono particolari abilità giornalistiche per realizzare questo tipo di
"reportage". Basta lasciare a casa il rispetto per gli altri,
l'etica, la serietà professionale e si può iniziare.
La persona entra nel confessionale, sciorina tutta una serie di peccati
immaginari. Così in un colpo solo si prende gioco della religione cristiana,
del sacerdote che ha davanti e di tutte le persone che credono nel Sacramento
della Riconciliazione. L'importante è carpire parole. Pesarle, giudicarle e
infine pubblicarle. Lo scopo come sempre è vendere.


Mi sembra una grave mancanza di
rispetto, un abuso che diventa una perdita per tutti.


 

Spezia-Juventus 1-1

09'47 st Nedved
Quando si iniziava a perdere le speranze arriva il suo goal. E' bello vederlo così motivato. Crederci fino alla fine è la prima regola.


Buon Compleanno Gigi!!
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sabato 27 gennaio 2007

Il giorno della memoria

"Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo"
                          Primo Levi


Un oggi distante 62 anni venivano liberati i
prigionieri di Auschwitz.
Da qualche giorno si parla della Giornata della memoria,  27 gennaio
carico di ricordi e riflessioni.
Il metodo utilizzato dai nazisti era una  "scienza esatta persuasa
allo sterminio". Man mano che si sgretolavano i loro sogni di vittoria
aumentava la ferocia con la quale perseguivano la loro missione di morte.
Sui sopravvissuti aleggiava una terribile minaccia "voi non sarete
creduti". E' dolorosamente enorme e grave quanto è accaduto nei lager,
qualcosa di inimmaginabile anche dopo aver visto film e letto testimonianze.
Però è accaduto. Milioni di persone morte così, nello spazio di pochi anni.
Distrutte prima di tutto nello spirito. L'intento degli "aguzzini" era far
perdere alle loro vittime la dignità, mettendoli gli uni contro gli altri. Li
dove l'umanità era calpestata giorno dopo giorno era difficile conservare la
speranza. 


I superstiti stanno portando avanti la
testimonianza. Il ricordo  è un regalo prezioso che ci viene fatto. Sul
ricordo dobbiamo basare l'intenzione di non rifare quegli stessi errori.
Vigilare perchè non si ripeta quanto è avvenuto nei campi di concentramento.


 


Levi  in I sommersi e i
salvati 
scriveva delle SS, dei custodi:  "erano fatti della
nostra stessa stoffa, erano esseri umani medi, mediamente intelligenti,
mediamente malvagi: salvo eccezioni, non erano mostri, avevano il notro viso, ma
erano  stati educati male. Erano, in massima parte, gregari e funzionari
rozzi e diligenti: alcuni fanaticamente convinti del verbo nazista, molti
indiffrenti, o paurosi di punizioni, o desiderosi di fare carriera, o troppo
ubbidienti. Tutti avevano subito la terrificante diseducazione fornita dalla
scuola quale era stata voluta da Hitler e dai suoi collaboratori, e completata
poi dal Drill delle SS."


 


Introduzione a Se questo è un uomo


"Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli. "


Il ricordo va giustamento esteso
a tutte le stragi che videro morire degli innocenti, senza  preclusioni o
strumentalizzazioni.

venerdì 26 gennaio 2007

100_0202Notte di luna. Un fiore si cela nell'erba. E' lieve l'impatto. Il  colore  si perde nel buio.

giovedì 25 gennaio 2007

Nikolajewka

Tacete «il nemico ci ascolta»


Il 17 gennaio il Corpo d'armata alpino (divisioni Julia, Tridentina e Cuneense) era stato
completamente accerchiato dall'armata russa. Il generale Gariboldi  diede
l'ordine di ripiegare. Migliaia di soldati  si misero in marcia,
percorrendo chilometri, a piedi, su strade ghiacciate con temperature che
variavano tra i  -30 e i  -40 gradi, indossando un equipaggiamento
inadeguato.  In un giorno distante 64 anni si combattè la battaglia di
Nikolajewka.
Nuto Revelli, faceva parte della Divisione Tridentina, nel suo ultimo libro Le due guerre scrive:


«26 gennaio: combattimento di
Arnautowo, il massacro del Tiràno. Grandi è ferito gravemente all'addome. Muore
Perego, muore Mario Torelli, muore Giovanni Soncelli. Muoiono quasi  tutti
gli ufficiali della mia compagnia. E' morto Giuliano Slataper, quello che mi
aveva portato via i telefoni e i 300
metri di filo l'ultima notte sul Don. E ' morto gridando "viva
l'talia".   
Assumo il comando dei resti della
46° Compagnia: una sessantina di uomini e tre slitte stracariche di feriti e
congelati.               
                  
                  
                  
                  
               
            
Alla sera
arriviamo in vista di Nikolaevka, tra gli ultimi. E' già  morto il
generale Martinat, nei ripetuti attacchi contro il trincerone della ferrovia.  Un'attimo prima che il tramonto precipiti nel buio, arriva un areo russo
a mitragliarci, a  spezzonarci. Poi sulla nostra massa nera piovono
corpi di mortaio e d'artigleria. Rotoliamo, infine, su Nikolaevka
insieme agli altri 40.000.         

Si conclude così la
battaglia di Nikolaevka, con questa corsa verso le isbe, con questa corsa della
disperazione.»


Lo scrittore fa un bilancio del disastro dell'ARMIR (Armata Italiana in Russia):


perdite 85.000 uomini di questi 10.000 prigionieri furono restituiti all'Italia tra il 1945 e il 1946. Si riconobbero 11.000 caduti in combattimento. «Restano 64.000 "dispersi", di cui si ignora la sorte, di cui non si sa se sono morti nella ritirata o durante la prigionia».


Revelli definisce la guerra di Russia "una pagina tremenda". Gli italiani erano aggressori, alleati di quei  tedeschi che avevano fatto morire di fame e di stenti 3 milioni di prigionieri sovietici. I russi ebbero 20 milioni di morti, molti civili, nella guerra combattuta contro il fascismo e il nazismo.


Lo scrittore i primi giorni in Italia li trascorre ricostruendo con i compagni sopravvissuti il ruolino della 46° Compagnia per dare un nome a chi non era tornato e fissarne la storia su un registro. I reduci, sono invitati a tacere «il nemico ci ascolta» questo è l'avvertimento che dovrebbe servire a far tacere i ricordi di persone che ogni giorno si confrontano con la tragica esperienza vissuta. Un trauma. Gli amici caduti, il grido di dolore di tante persone morte all'addiaccio, persi nell'enorme distesa russa. Non si poteva non ricordare quando venivano le madri a chiedere una speranza per i loro figlioli. Una notizia, un qualcosa a cui aggrapparsi per continuare a credere che i loro cari erano ancora vivi. Su 18.000 soldati della divisione cuneense tornarono a casa in 4.000. Un intera generazione fu spazzata via, spesso senza sapere le ragioni della guerra a cui aveva preso parte.


Consigli di lettura



Autore Nuto Revelli:


-Le due guerre. Guerra fascista e guerra partigiana Corrado Stajano lo definisce «un libro contro tutte le guerre che gli uomini subiscono»


-Mai tardi. Diario di un alpino in Russia (Cuneo, Panfili, 1946)


-La guerra dei poveri (Torino, Einaudi, 1962)


-La strada del Davai (Torino, Einaudi, 1966)


-L'ultimo fronte. Lettere di soldati caduti o dispersi nella II guerra mondiale (1971)



Ciao Luigi

Ciao amore ciao161813_1_1


La solita strada, bianca come il sale
il grano da crescere, i campi da arare.
Guardare ogni giorno
se piove o c'e' il sole,
per saper se domani
si vive o si muore
e un bel giorno dire basta e andare via.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Andare via lontano
a cercare un altro mondo
dire addio al cortile,
andarsene sognando.
E poi mille strade grigie come il fumo
in un mondo di luci sentirsi nessuno.
Saltare cent'anni in un giorno solo,
dai carri dei campi
agli aerei nel cielo.
E non capirci niente e aver voglia di tornare da te.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Non saper fare niente in un mondo che sa tutto
e non avere un soldo nemmeno per tornare.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.


Luigi Tenco

martedì 23 gennaio 2007

Wanted

Mascotte


Universiadi_1


Crazy è la mascotte delle Universiadi 2007,  una statua con le sue sembianze è stata sistemata in Piazza Vittorio. Gli ideatori si sono ispirati al dahu, animale fantastico. Si può avvistare in montagna tra i 1.800 e i 2.500 m. Il suo carattere distintivo è la lunghezza delle zampe: a monte più lunghe rispetto a quelle a valle. Ciò lo rende adatto a muoversi sui pendii scoscesi. Ci sono dahu destrogiri  che camminano in senso orario e dahu levogiri che girano in senso antiorario. stato ripreso solo una volta nel 1902. Questo sito http://www.naturaosta.it/curioso.htm  propone un singolare sistema di caccia:


«La caccia al dahu si svolge solo di notte e, rigorosamente, in
compagnia di una ragazza! Avvistato l'animale, lo si richiama con un
particolare fischio: l'animale curioso si volta e, data la sua
caratteristica anatomica, perde l'equilibrio e precipita.»


La scelta  di questa mascotte sul sito delle  universiadi  viene spiegata così:


" Il simpatico quadrupede alpino rispecchia in pieno lo spirito goliardico e quel pizzico di follia
       che nella vita non deve mai mancare. Il Dahu è stato così scelto come mascotte dell’Universiade Torino  2007, anche in virtù dello stretto rapporto che lo  lega alla Valle Susa, alla Val Chisone ed alla Val Pellice. 
Crazy il dahu ha quindi lasciato il regno della fantasia  e dell’immaginazione ed è precipitato nella realtà
  di Torino 2007."


Ho letto in un sito che si è provato a ricostruire scientificamente il suo ruolo nella storia dell'umanità. Si dice sia stato rappresentato in una grotta francese, in un tempio nell'antico Egitto e in una villa gallo-romana del III secolo. Fu incontrato o da Leonardo Da Vinci che provò a disegnarlo. Nel periodo napoleonico venne associato all'ancien régime. Divenne in seguito  oggetto degli studi di Darwin. Pochi possono dire di averlo visto, forse nessuno. Leggenda o realtà è un segno dell'umana fantasia. Mi piace la spiegazione data dal sito delle Universiadi.  E' un idea simpatica.


Foto tratta dal sito ufficiale delle universiadi

lunedì 22 gennaio 2007

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Vivere è la cosa più rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste, e nulla più.

                   Oscar Wilde

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domenica 21 gennaio 2007

Emozioni in differita

Una delle ultime batterie. Due atleti si sfidano sulla distanza di 1000 metri. Il tempo deciderà il loro Images_16
destino. Gli ultimi preparativi, pronti: via. Falsa partenza, il primo che sbaglia è fuori. Si ripete, questa è la volta buona. Breve rincorsa decisa con i pattini che si alzano e si abbassano sulla pista.  Poi si procede leggermente piegati il braccio sinistro dietro la schiena, il destro che si muove a tenere il tempo. Lui parte male, è un diesel. Sembra tranquillo, quasi distaccato, prosegue la sua gara sereno recuperandCe6217a9885537aa8c455318fca63414o la distanza, migliorando metro dopo metro. Rimango incantata a guardare le gambe che si muovono  veloci e sicure nel precario equilibrio dato dal ghiaccio. Si avvicina il traguardo, l’ultimo sfor
zo. Le braccia si alternano nel dare velocità all’azione. I pattini scorrono inesorabili sul ghiaccio. L’avversario è superato.
L’ultimo sforzo. Il cronometro si ferma: 10: 9.48. Primo. Enrico Fabris ha vinto la medaglia d’oro. Inizia il giro di pista con la bandiera. 
Una bella giornata vissuta in differita.


Oggi Enrico si è ripetuto sui 1.500, distanza sulla quale si era già imposto alle olimpiadi. Mi sono imposta una diretta forzata. La gara è iniziata alle 20,30. Le prime immagini sul satellite si sono viste alle 23. All'oscuro del risultato ho potuto guardare con curiosità gli atleti gareggiare sulla pista e tifare senza sapere come sarebbe andata a finire. Fabris non è partito forte ma metro dopo metro andava più veloce, in solitaria ha chiuso in 1'45"66. Bravo! Mi piace il suo stile, mi trasmette serenità vederlo pattinare.

Juventus - Bari 4-2

3833'  Trezeguet   


44’e 73’ Nedved


66’ Del Piero

Ecco perchè mi piace la Juve.
Basterebbe questa partita a spiegarlo, a spiegare ciò che mi lega a questa squadra.   
01
Torino, 20 gennaio, la Juventus affronta il Bari. E' una giornata speciale. Viene premiato il suo capitano  Alessandro Del Piero che festeggia le 500 presenze in maglia bianconera. Terzo di sempre Pinturicchio ha davanti Scirea (552) e Furino (528), dietro un esordio datato 12 settembre 1993 contro il Foggia. Il primo goal la settimana seguente con la Reggiana. L'ultimo è vicino, ancora negli occhi, siglato ieri all'Olim23_1pico contro il Bari. E' un giorno da ricordare, lo dimostra il caloroso abbraccio dei tifosi quando viene premiato prima della partita. Così il goal di Santoruvo al primo minuto giunge come una doccia
fredda inaspettata. Non può ancare così, bisogna reagire anche se la difesa è in continua emergenza l'attacco gode di buona forma e lo dimostra. Si lancia in avanti creando occasioni. Al 33' giunge il pareggio. Trezeguet segna un meraviglioso goal di tacco sfruttando un bel suggerimento di Del Piero. Bravo David!
21
Nedved  porta la Juve in vantaggio al '44 con un azione personale insistita. Pavel ha riversato nella partita la sua voglia di giocare. Dopo 5 giornate di squalifica è rientato e ha trascinato la squadra dando il buon esempio. Lottando e credendoci sempre. Bentornato!
Inizia la ripresa e arriva il momento di Alex Del Piero. Al '66 segna un bel goal di sinistro.  Sette 13_1
minuti dopo Pavel fa doppietta, su passaggio di Alex tira di destro e mette in rete. C'è ancora tempo per un goal di Gervasoni e per l'uscita di Del Piero dal campo tra gli applausi meritati della folla. Alex è un capitano prezioso su cui si può sempre contare, un punto di riferimento una persona che rende il calcio bello e degno di essere seguito.Come te nessuno mai!
Sono contenta, bella partita legittato il successo  in  lungo e in  largo  come dice il giornalista Carlo Nesti.


Li vedi  con quel sorriso gioioso di bambini che amano giocare a calcio e capisci. Capisci perchè  li segui,  tifi  per loro e ami il calcio. Capisci che la gioia è racchiusa nel campo, nel gioco  e tutto il resto: le polemiche, gli scandali, gli interessi personali non possono intaccare quella magia, non devono sporcarla.


Foto tratte dal sito www.juventus.com

sabato 20 gennaio 2007

Juve: gli arretrati

22 diceJuventusarezzotrezeguetmbre 2006 Juventus-Arezzo 2-2
13' Trezeguet

20' Palladino 






13 gennaio 2007  Mantova-Juventus 1-0
Mantovajuventus








16 gennaio 2007 Cesena-Juventus 2-1
Juventuscesenasquadra
18' Del Piero
25' Trezeguet


Foto tratte dal sito: www.juventus.com

venerdì 19 gennaio 2007

Sssssssstt!

Motto2La XXIII Universiade si sta svolgendo a Torino ma non fatene parola con nessuno, soprattutto con la rai e con i suoi abbonati. Capitasse mai che ne fossero informati chissa cosa potrebbe succedere. Qualche diretta in prima serata, uno spazio nel pomeriggio in chiaro o sul satellite insomma pura fantascienza. Meglio  tenere  i piedi per terra  e godersi  questa benevola indifferenza. In fondo vuoi mettere il sano intrattenimento fatto di gossip, talk show e manda un messaggino, fammi uno squillo e paga 1 euro qui, pagane uno là così potrai esprimere la tua opinione rispetto allo sport, pfui lo sport. Ma a che serve lo sport e soprattutto quei ragazzini poco famosi che si distinguono solo per l'impegno negli allenamenti e nello studio? Niente fidanzati famosi, confessioni pubbliche, battute volgari. Che noia!

mercoledì 17 gennaio 2007

Universiadi: Crazy 4 U

Universiadi
Si è chiusa da poco la cerimonia di apertura delle Universiadi.  Negli occhi ho ancora le immagini di 2 ore intense nelle quali si  è dato avvio alla manifestazione.  Artisti  volteggiano nell'aria, appongiandosi a  cavi di stoffa.  Sfila la regina delle nevi Magda Gomes. Un suonatore solitario cattura l'attenzione del pubblico, nord e sud si incontrano nel PalaOlimpico in coreografie che si fondono tra musica e colori.  Entrano in scena gli alpini della Taurinense in tuta mimetica, i carabinieri scortano  la bandiera italiana e viene eseugito l'inno. Si è già dentro la cerimonia, gli occhi allo schermo e la curiosità di vedere cosa accadrà dopo.


Gli atleti fanno il loro ingresso  sfilando allegri  e colorati .  Non  è ancora  il momento delle gare, prevale la gioia di esserci. Mentre l'attenzione è puntata su di loro, provano a fermare quel momento in una foto, in un ricordo da conservare.  Ogni stato con il cartello e la bandiera. Vedendo sfilare In117xk3x_20070117
giovani dei 5 continenti così diversi e insieme uguali in questo momento di festa ci si rende conto di quanto è grande il mondo ed è bello vederlo lì rappresentato in pace. Nazioni grandi e piccole. Il gruppo slovacco fa l'ola. Russia e Usa sono tra le compagini più numerose. San Marino ha 4 atleti, gli scozzesi indossano il  kilt. La nuova geografia europea vede separate Serbia e Montenegro. E' bello, semplicemente bello vedere i giovani libanesi che prendono parte alle Universiadi, la bandiera libanese sventola a Torino guardando avanti, quasi a chiedere la pace e un ritorno alla normalità. Ultimi gli italiani accolti dagli applausi del pubblico di casa. Li guida il porta bandiera Enrico Fabris forse il nome più noto tra gli atleti partecipanti, un bel esempio di Sport.


Le autorità portano il loro saluto, tra loro la vedova di Primo Nebiolo, l'ideatore delle Universiadi che si sono svolte per la prima volta a Torino nel 1959. Il torinese  Livio Berruti, olimpionico a Ro250pxfisu_flag_1ma, porta la torcia nell'ultimo tratto ed accende il braciere. In Piazza Vittorio ne arde  un altro. La fiamma del sapere rimarra accesa per 10 giorni  su Torino. Francesco Ghedina e un giudice
pronunciato i giuramenti di rito.Le note dell'inno Gaeudamus Igitur risuonano nell'aria.


Riparte lo spettacolo che vede sfidarsi Buffon e Howe, divertenti pugili in groppa a una presa ed a una spina. Quando queste si toccato sul palasport scende il buio. Cortocircuito? No, solo il prologo di
un gioco di luci suggestivo nel quale si vedono rappresentati alcuni luoghi  signifi- cativi delTh_1204734470jpg_1la città. In pista scendono ballerini che mimano le discipline  protagoniste delle  gare.  Arturo  Brachetti,
grande trasformista  piemontese, con  la  sua esibizione  chiude la diretta. Ma non finisce qui! L'avventura è appena iniziata. Saranno 10 intensi giorni da non perdere, tra il ricordo di Torino2006 e la voglia di provare nuove emozioni.


Foto tratte da:



http://www.universiadetorino2007.org/ITA/home.aspx


www.ansa.it


www.wikipedia.org

martedì 16 gennaio 2007

Mucche sul bus, scatta il controllo

Mucca


Un ladro di bestiame russo ha pensato di trasportare la sua refurtiva su un autobus dopo aver pagato al conducente la dovuta "mazzetta". La loro presenza sul mezzo della linea extra-urbana non era passato inosservato. (5 mucche sul bus fan fatica a mimetizzarsi). Dei vigli urbani hanno deciso di effettuare un controllo per capire a che titolo gli animali erano trasportati a quel modo. Il ladro così è stato colto il flagrante. Le mucche erano state rubate poco prima in un vicino villaggio, l'autista era stato corrotto e cosa ancor peggiore ne gli animali ne il ladro era provvisti di biglietto.

lunedì 15 gennaio 2007

Citizendium non gode di anonimato

Larry Sanger è  uno dei fondatori di Wikipedia, la più famosa enciclopedia on-line nata nel 2001.  Citizendiumwikipedialg1_2
Una delle caratteristiche di Wikipeida che mutua il nome dal termine hawaiano wiki, "veloce", è il suo essere gratuita. Il sito fa registrare quotidianamente la cifra di 60 milioni di accessi.
Elemento distintivo è la redazione multipla ovvero la possibilità di essere aggiornata da qualsiasi utente della rete.  Questa opportunità ha degli aspetti negativi. La possibilità di  arricchire le definizioni e controbilanciata dal rischio di imbattersi in errori più o meno intenzionali.   


Tale "debolezza" ha spinto Sanger a dar vita a un progetto indipendente che riguarda la creazione di Citizendium, ovvero citizen's compendium, il compendio dei cittadini.  Si basa sull'esperienza acquisita, negli anni, con wikipedia e punta a diventare  un  vero e proprio punto di riferimento nel mondo della conoscenza on-line.   Saranno vietati gli aggiornamenti da parte di anonimi o navigatori di passaggio. Per tutelare la qualità del progetto, le definizioni presenti saranno redatteImages_17
esclusivamente da chi fornirà il proprio curriculum e sottoposte al controllo di esperti.  Wikipedia era stata criticata dall'enciclopedia britannica per le carenze negli ambiti storico, politico e sociologico. Sanger punta con Citizendium  a creare una enciclopedia più autorevole.
Si parla di una evoluzione di wikipedia, i pareri sono però discordi.  Nell'ambito della comunità di utenti  c'è chi la ritiene una scelta volta a dividere la conoscenza. In questo senso tradirebbe lo spirito con cui è nato wikipedia. Il presidente dell'associazione wikipedia tedesca ritiene che non avrà successo. Molti dubitano che possa conquistare gli utenti e rimanga quindi un progetto elitario.


Staremo a vedere, intanto posto


l'articolo di wikipedia che parla di citizendium



e il sito: http://www.citizendium.org/

domenica 14 gennaio 2007

Uomo del mio tempo

Questa poesia di Salvatore Quasimodo mi è tornata in mente mentre scrivevo Eseguivo gli ordini. Mi ha colpito la prima volta che l'ho letta tra la speranza che fosse solo pessimista e la consapevolezza che l'autore probabilmente ha raccontato la realtà. Le parole rimbombano nella mente, rimangono impresse, un Je accuse che non concede repliche  Quel piccolo filo di speranza che sorregge la fine, sta a noi farlo diventare reale. Non commettendo gli errori dei nostri padri e riappropriandoci dell'amore, della solidarietà, del rispetto.


Sei ancora quello della pietra e della fionda,

uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,

alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,

con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,

senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno

Quando il fratello disse all’altro fratello:

«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,

è giunta fino a te, dentro la tua giornata.

Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,

gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

Eseguivo gli ordini

Basta questo a spiegare la strage di Marzabotto? 1.830 morti al termine di 20 giorni di inaudita ferocia. Incendi, uccisioni, violenza contro bambini, donne, anziani.  No, non credo che basti. Non deve bastare. I soldati che hanno compiuto la strage, senza coscienza, senza cuore hanno sparato e ucciso  senza tentennamenti e indecisioni.  Entrati in chiesa non si sono fermati davanti al sacerdote, ai fedeli in preghiera che li si era rifugiati. Nemmeno gli occhi dei bambini li hanno fatti arretrare. Hanno continuato fino a che l'ultimo soffio di vita è stato spento, calpestato. Senza pietà, sono andati avanti continuando il loro esercio di morte in altri luoghi, con altre persone. Finita la guerra, hanno racchiuso quei mesi, quelle azioni in ordini di guerra, in  non ricordo e si sono rituffati nella vita.


Ora questa sentenza pronunciata a La Spezia li porta a fare i conti con quanto hanno fatto, a farli riflettere e far riflettere su come la giustizia non abbia una data di scadenza, su come prima o poi sia necessario fermarsi e ripensare a quanto accaduto, a quanto si è fatto. Non sconteranno 1 giorno di carcere, probabilmente non verseranno 1 euro di risarcimento però  hanno commesso un crimine contro l'umanità  e la sentenza è lì a ricordarlo. Un tardivo atto di rispetto verso quelle persone che ancora piangono i loro cari. Un monito contro chi spesso dimentica le lezioni che la storia prova a insegnarci e commessi gli stessi errori del passato, le stesse violenze si nasconde dietro i non ricordo. Non si può dimenticare.

sabato 13 gennaio 2007

IO NON HO NULLA DA DIRE:


Aver qualcosa da dire
nel mondo a se stessi, alla gente.
Che cosa ? Non so veramente
perché io non ho nulla da dire.
Eye
Che cosa ? Io non so veramente.
Ma ci son quelli che sanno.
Io no- lo confesso a mio danno- non ho da dir nulla ossia niente.
Perché continuare a mentire,
cercare d’illudersi ? Adesso
ch’io parlo a me mi confesso:
io non ho niente da dire,
eppure tra tante persone,
tra tanti culti colleghi
io sfido a trovar chi mi neghi
d’aver questa o quella opinione,
e forse mia madre, la sola
che veda ora in me fino in fondo,
è certa che anch’io venni al mondo
per dire una grande parola.
Gli amici discutono d’arte,
di Dio, di politica, d’altro:
e c’è chi mi crede il più scaltro
perché mi fo un poco in disparte;
qualcuno vorrebbe sentire
da me qualcosa di più.
“Hai nulla da aggiungere tu ?”
“Io, no, non ho niente da dire.”
E’ triste. Credetelo, in fondo,
è triste. Non essere niente.
Sfuggire così facilmente
a tutte le noie del mondo.
Sentirsi nell’anima il vuoto
Quando altri più parla e ragiona.
Veder quella brava persona
imporsi un gran compito ignoto.
E quelli che chiedono a un tratto:
“Che avresti tu detto al mio posto ?”
“Io….Non avrei forse risposto….
Io….mi sarei finto distratto…”
Non aver nulla, né mire,
né bei sopraccapi, né vizi;
osar fino in mezzo ai comizi:
“No, sa ? Non ho niente da dire.”
Ed esser creduto un insonne,
un uomo che veglia sui libri,
un’anima ardita che vibri
da tutto uno stuolo di donne.
“Mi dica, sua madre che dice ?
Io so dai suoi libri che adora
sua madre. Nevvero signora ?
nevvero che è tanto felice ?
Un figlio ! Vederlo salire,
seguirne il pensiero profondo…”
ed io son l’unico al mondo
che non ha niente da dire.


Autore Marino Moretti  cliccando qui potrete avere notizie su di lui

venerdì 12 gennaio 2007

Camolino pensaci tu.

Lo so che sei stanco e sei invecchiato ma questo inverno è un pò  matto, maturano le fragole e fioriscono le viole. Un pò di neve ecco quel che serve e freddo per poter giore quando la primavera giungerà sul  calendario. Quindi buon lavoro e per favore non farci aspettare..


Images_13Vorrei un pò di neve a imbiancar la terra e rinfrescare l'aria. Ho letto Un regalo dal cuore e lascio correre la fantasia in questa calda giornata di gennaio pensando all'angelo Camolino che sulla sua nuvoletta ha l'incarico di  crearla.


Mark abita a New York, va a trovare i genitori pochi giorni prima di Natale. Prima di partire ha A4_7
parlato con una ragazza che gli piace molto. Lei non ama il Natale, la rende triste così l'unica cosa che vorrebbe è un regalo che venga dal cuore. Il ragazzo parte con questo pensiero, e se riuscisse lui a farle quel regalo, si chiede speranzoso. Il  ritorno a casa diventa un tuffo nel passato, in un'infanzia a cui per anni non aveva più pensato. Nonno Gus l'aveva colorata rendendola speciale e quando era morto era rimasto  un grande vuoto. Gus era il confidente di Mark, raccontava delle storie meravigliose ed era l'unico in grado di rispondere alle sue domande. "Cosa faresti se ti regalassi un fiocco di neve?" Lui lo sapeva. Forse avrebbe anche saputo dirgli dove vanno a finire i personaggi che popolano le fiabe quando i bambini crescono e non ci pensano più.


Poco più di 100 pagine e il dono di un pò di ottimismo. Lo consiglio. Così, se volete, potrete anche voi conoscere Camolino. Buona lettura!

martedì 9 gennaio 2007

5 cose che non sapete di me

Antonio mi ha nominato. Ecco 5 cose che non sapete di me:
1) rimugino parecchio sulle cose che mi succedono, su quelle  che devo fare


2) mi piace cercare e quindi di rimando collezionare.


3) ho un cane e un gatto. Il gatto comanda, il cane gioca e non fiata.


4) quando sono in pulman, chiudo gli occhi, lascio vagare i pensieri e scrivo. Solo con la fantasia e spesso, questi pensieri non trovano spazio su carta.


5) questa è la mia occasione, il mio desiderio segreto era spezzare una catena:-) quindi non nomino nessuno.

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lunedì 8 gennaio 2007

Il cielo era azzurro sopra Berlino

Ieri ho visto lo speciale della domenica sportiva dedicato alla vittoria del mondiale di calcio.  Ho provato un pò di tristezza. Mi è sembrato di non riconoscermi più nelle 0j25msbr508x240_1
immagini che vedevo, nelle emozioni vissute  a luglio e che  avevo provato a descrivere in questo blog.   Non me ne rendevo conto però quando l'Italia ha vinto  io avevo delle aspettative. Speravo che  qualcosa cambiasse, che ci fosse più serenità e  la volontà di risolvere i problemi. Ho l'impressione che ciò non sia accaduto. Lo so, era ka classica euforia post mondiale che ti fa vedere tutto azzurro e rende il ritorno sulla terra più doloroso. Non mi riconosco in questo clima da vogliamoci bene perchè abbiamo vinto. Il mondiale è stata una bella emozione, una vittoria insperata e a me ora sembra un sogno sbiadito troppo in fretta.

sabato 6 gennaio 2007

Milan-Juve 3-2

Ho  un rapporto particolare con il Trofeo Berlusconi. La definirei una partita "da perdere" anche se perdere con il Milan dispiace sempre. Per questo, in passato, mi sono chiesta perchè la Juve sia invitata così spesso. Queste considerazioni si basano su pura scaramanzia suffragata però da alcuni fatti piuttosto indicativi. Nelle 15 precenti edizioni solo in 3 occasioni la squadra vincitrice del trofeo è poi risultata prima in campionato (se si prendono in considerazione gli scontri tra Juve e Milan solo nel 2003). Negli altri casi si è trattata di una condanna senza appello pronunciata quando la stagione doveva ancora cominciare. Un piccolo campanello d'allarme riemergeva quando le cose andavano male. "Hai vinto il Trofeo Berlusconi? Beh ora non vinci più niente." Questo triste anatema sembrava riecheggiare mentre i risulti non arrivavano e la vetta si allontanava inesorabile. Andando oltre la scaramanzia, è giusto chiamarle coincidenze che si sono ripetute con una certa regolarità.


La competizione è stata spostata da agosto a gennaio. Entrambe le squadre avevano F_trofeo_berlusconi__che_spettacolo19332
voglia di far bella figura e così è stato. Partita combattuta, giocata a  un ritmo sostenuto. In vantaggio i rossoneri al '29 con Inzaghi. Al '40 Nedved segna dopo un'azione prolungata che ha visto protagonisti anche Del Piero e Trezeguet. Nella ripresa il numero 10 bianconero segna, di testa, il goal del vantaggio al '22. Dopo appena un minuto Seedorf sigla il pareggio. Aubameyang al '41 batte Mirante e  regala al Milan la vittoria.


Bella partita giocata con cuore e carattere. Le note dolenti come sottolineato dallo stesso Deschamps sono gli infortuni di Boumsong, Chiellini e Palladino. Sperando in un pronto recupero, l'attenzione è ora puntata sulla ripresa del campionato che vedrà la Juve scendere in campo 3 volte in una settimana.


Foto tratta dal sito della Juventus:  www.juventus.com

venerdì 5 gennaio 2007

Epifania

Befana


Ho trovato su un sito francese una piccola spiegazione riguardo la tradizione della befana. "Si racconta che abitava a Betlemme, quando i Re Magi sono andati a festeggiare la nascita di Gesù, e lei mancò di poco il loro passaggio, era occupata a fissare dei fagotti...Desiderando ritrovare il bambino divino,  percorse il mondo alla sua ricerca, invano, prima di stabilirsi in Italia dove ogni anno distribuisce, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, dei giocattoli e dei dolcetti a tutti i bambini buoni..Lei ha compreso che Gesù Bambino è nel cuore di ogni bambino"



 
http://www.alianwebserver.com/societe/noel/befana.htm

I re magi

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giovedì 4 gennaio 2007

Capitan Billy

Ho ripescato una rivista dedicata al 14° scudetto della Juventus. Era il 1972. La formazione tipo  vedeva schierati :
Carmignani, Spisosi, Marchetti, Furino, Morini, Salvadore,  Haller, Causio, Anastasi, Capello, Bettega (Novellini)
F_juve_7214124202d6dd7968fe54177a22f1415 Questo viaggio in un altra epoca, in una storia fatta di immagini in bianco e nero, l'ho fatto dopo aver letto della morte di capitan Billy, Sandro Salvadore. Non ho potuto veder giocare quella squadra. Ne ho  letto le imprese, ho visto le  immagini fuori dal tempo e così l'ho fatta anche un pò mia.


Renato Morino (Gazzetta dello Sport) riferendosi allo scudetto, scriveva: "...l'ha vinto quel vecchio F_addio_salvadore_la_juventus_in_lutto13
pirata  di Sander Salvadore spazzolando irrepresensibilmente la sua area..." ogni giocatore aveva   dato il suo contributo. Anche quell'anno la Juve affrontò il Mantova. Rispetto a oggi è diversa la serie, sono diversi gli obiettivi. Lo spirito no, quello non è cambiato, continua ad essere il punto di forza della squadra bianconera.


Ho sfogliato la rivista e ho visto la sua foto i capelli scuri, l' espressione seria un unica solitaria stella a ornare la maglia. Sotto una  sua dichiarazione "Non sono nuovo alle vittorie in campionato, però questa è storica perchè questo  scudetto l'abbiamo vinto strappandolo con i denti."


Sandro Salvadore ha esordito nella Juventus in campionato
16/09/1962 Genoa-Juventus: 0-0. Ha collezionato 450 presenze in maglia bianconera e ha segnato 17 goal.
Palmares carriera
5 scudetti: 2 con il Milan 1959, 1962
3 con la Juventus 1967, 1972, 1973
1 Coppa Italia 1965

1 Campionato Europeo 1968 con la Nazionale.

Presenze in Nazionale: 36
Esordio: 10/12/1960 Italia-Austria: 1-2


Questi i numeri, testimoni di una splendida carriera.  Il ricordo dei compagni di squadra si può leggere all'indirizzo:



http://www.juventus.com/it/news/detail.aspx?lml_language_id=0&trs_id=1203000&ID=9737


Foto e dati tratti dal sito della Juventus: www.juventus.com

mercoledì 3 gennaio 2007

Come una barca nel bosco

Non so dire se dopo averlo letto prevale il rammarico  o la speranza.


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Gaspare Torrente è cresciuto in una piccola isola del sud Italia. Alle medie avviene l'incontro che gli cambia la vita. Madame Pilou, insegnante di latino sbarca sull'isola. Rimane colpita dalle capacità del ragazzo. Nel tempo libero gli insegna a fare le versioni, gli trasmette la passione per il latino. Poi madame Pilou va dai genitori di Gaspare e consiglia loro di farlo studiare, dice che è un ragazzo che merita.


Arriva il momento del distacco dall'isola. Gaspare e la madre partono per Torino, città d'origine di lei dove vive sua sorella Elsa, rimasta vedova, disposta a ospitarli.
Torino è un  nuovo mondo, non molto accogliente. Gaspare dorme su un divano letto in soggiorno, si alza e prepara la colazione al buio per non disturbare nessuno. Poi via nella città semi addormentata a prendere i mezzi per arrivare a scuola. Qui  inizia il confronto con professori che non riescono a valorizzare le sue qualità, con compagni che non capisce e che non lo capiscono, con la necessità di essere accettato. Fa domande strane tipo perchè i professori arrivano in classe in ritardo o quando  si inizierà a fare le versioni. Prende voti ancor più strani. 10 di latino e chi l'ha mai visto. Non solo uno, una fila di 10 sfolgoranti che risaltano nel piattume della classe. No, non è un bel biglietto da visita.


Zia Elsa si accorge del disagio del nipote, lo paragona a una barca nel bosco. La madre no, è orgogliosa fiera di quel figlio che va a scuola. Non capisce la sua richiesta di vestiti e accessori. Hanno pochi soldi. Per non impensierire il marito, rimasto sull'isola a fare il pescatore, apre una piccola attività. Il ragazzo riceve la cintura di pesce, dono di Zia Elsa, must per essere alla moda. Ma arriva in ritardo quando ormai non la indossa più nessuno.
Gaspare pratica anche un'altra strada, smette di prendere bei voti e passa i compiti ai compagni. Convive con il peso dei sacrifici dei  genitori per farlo studiare  e la povertà. Sente di non poter tornare indietro, rimpiange la vita di prima. Perde un pò di se stesso, delle sue passioni sperando che questo basti. Ma questo non basta, non basta mai.


L'amicizia vera arriva quando inizia a parlare con  "l'avulso Fulvio". Un ragazzo che vive l'intervallo attaccato ai termosifoni. Adora creare pelucchi,ha una particolare e bella famiglia legata dal rito della cioccolata, da bere  insieme alle 5 del  pomeriggio.


Gaspare va avanti nello studio, ha accantonato l'idea di diventare latinista anche se a tratti l'antica  passione riaffiora.  La sua vita cambia e si aggrappa a un hobby che diventa la sua ragione di vita su cui riversa il suo bisogno d'affetto. L'incontro con una persona che aveva perso di vista si rivelerà importante per far luce su se stesso e sulle proprie insicurezze


Chissà se Gaspare ha trovato un posto, il suo posto e ha smesso di sentirsi come una barca nel bosco...


Bel romanzo che fa riflettere, a tratti ci si può  riconoscere nel protagonista.

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L'anno che verrà

Lucio Dalla


Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po'

e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.

Da quando sei partito c'è una grossa novità,
l'anno vecchio è finito ormai

ma qualcosa ancora qui non va.


Si esce poco la sera compreso quando è festa

e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra,

e si sta senza parlare per intere settimane,
e a quelli che hanno niente da dire

del tempo ne rimane.


Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione
e tutti quanti stiamo già aspettando

sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
ogni Cristo scenderà dalla croce

anche gli uccelli faranno ritorno.


Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno,
anche i muti potranno parlare

mentre i sordi già lo fanno.


E si farà l'amore ognuno come gli va,

anche i preti potranno sposarsi

ma soltanto a una certa età,

e senza grandi disturbi qualcuno sparirà,
saranno forse i troppo furbi
e i cretini di ogni età.


Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico

e come sono contento

di essere qui in questo momento,
vedi, vedi, vedi, vedi,
vedi caro amico cosa si deve inventare

per poterci ridere sopra,
per continuare a sperare.


E se quest'anno poi passasse in un istante,

vedi amico mio

come diventa importante

che in questo istante ci sia anch'io.


L'anno che sta arrivando tra un anno passerà

io mi sto preparando è questa la novità


immagine tratta da:


http://www.interarteonline.com/Gabriele_Zanieri/Altas/la%20lettera.jpg

martedì 2 gennaio 2007

Si è capito che oggi c'era vento?

Vento d'estate
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io vado al mare voi che fate
non m'aspettate
mi sono perso.....
Vento d'estate- Niccolò Fabbi


Mare mare, qui non viene mai nessuno a trascinarmi via.
Mare mare, qui non viene mai nessuno a farci compagnia.

Mare mare, non ti posso guardare così perché
questo vento agita anche me,

questo vento agita anche me

Il mare d'inverno- Loredana Bertè


Cos'e' la vita ah ah

senza l'amore eh eh

E' solo un albero che foglie non ha piu'

E s'alza il vento oh oh
Un vento freddo oh oh
Come le foglie le speranze butta giu'

Ma che freddo fa- Nada



Cambia il vento ma noi no
e se ci trasformiamo un pò
è per la voglia di capire chi non riesce più a parlare
amcora con noi
Quello che le donne non dicono - Fiorella Mannoia


 


" Viento

trase dint'e piazze

rump'e fenestre

e nun te fermà'

Viento viento
puorteme 'e voci 
'chi vo' alluccà'"

Pino Daniele.

Sempre

E' una parola che si inserisce spesso in un discorso. Sempre da un senso di sicurezza, di definito. Quella casa sta lì da sempre.  Ci conosciamo da sempre. Ti amero per sempre. Poco importa se non è vero, se è solo una sensazione, un appiglio, un punto che si vuole fermo. Si usa ed è giusto così.


Quando si vuole descrivere una persona ci si accorge però che sempre diventa una forzatura, che il carattere è un qualcosa di più complesso,  gli stati d'animo sono variabili e allora sempre risulta una nota imprecisa, quasi una costrizione. Insomma una descrizione da romanzo o da film, una categorizzazione  superficiale.
Così quando ho letto la notizia di un reality, organizzato in Olanda, che vedeva protagoniste ragazze disabili  la frase che mi è  rimasta  più impressa è stata:


«Spesso i disabili sono considerati patetici e sono compatiti da tutti. Miss Ability invece mostra che i disabili, a differenza delle persone senza problemi fisici, sono sempre ottimiste. Essi cercano di superare le loro paure, pensano positivo e desiderano essere trattate come tutte le persone di questo mondo».



L'hanno pronunciata i produttori del programma per spiegarne l'intento. Mi è sembrata superficiale, uno slogan pubblicitario che si dimentica  di fare riferimento a persone.Questo sempre è fuori posto, un obbligo che nessuno può sottoscrivere. "Sempre ottimisite". Quasi una condanna a cui sottoporsi per essere accettati. Le persone, tutte le persone sono più complesse di quando suggerisca un reality, non basta una parola a definirle.


Proporre un reality commerciale come portatore di intenti sociali o educativi diventa, in molti casi, solo una grande ipocrisia. Si vuole lanciare un modello, un messaggio senza usare rispetto per chi lo dovrebbe portare.


Alle concorrenti era richiesto di avere "un handicap visibile ad occhio nudo" Miss Ability ha totalizzato il 25% di share, la vincitrice è stata incoronata dal primo ministro olandese. Si pensa  di esportarlo in altri paesi. Purtroppo.

lunedì 1 gennaio 2007

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Mezzanotte era passata da pochi minuti. Da poco si era spenta l’eco delle campane. Non si trattava di  una notte normale. Il nuovo anno era arrivato, anche se non tutti  erano pronti ad accoglierlo.
I pochi passanti, avevano il passo lesto di chi voleva raggiungere in fretta la propria meta. Erano rannicchiati nei loro cappotti e poco si curavano di ciò che li circondava. Faceva freddo, molto freddo.  La vita era altrove, oltre le finestre illuminate dove si consumavano il rito degli auguri, i baci sotto il vischio, i brindisi, i buoni propositi, i desideri espressi e quelli serbati dentro il cuore.
Non si capitava in quel paese per caso. Tutti si conoscevano e così se qualcuno avesse osservato quell'uomo anziano che si muoveva in strada, senza dar segno di avere una direzione, si sarebbe sorpreso. Un giovane l'avrebbe preso per un forestiero capitato lì per sbaglio. Una persona più grande, se di buona memoria, avrebbe potuto riconoscere un viso noto. Il viso di un ragazzo partito tanti anni prima in cerca di fortuna o forse solo di... un'altra vita.

Marmora (cappella S. Sebastiano)

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