giovedì 30 agosto 2007

Strasburgo

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Candle in the wind

Goodbye
England's rose

May
you ever grow in our hearts

You
were the grace that placed itself

Where
lives were torn apart


You
called out to our country

And
you whispered to those in pain

Now
you belong to heaven

And
the stars spell out your name


And
it seems to me you lived your life

Like
a candle in the wind

Never
fading with the sunset

When
the rain set in


And
your footsteps will always fall here

Along
England's greenest hills

Your
candle's burned out long before

Your
legend ever will


Loveliness
we've lost

These
empty days without your smile

This
torch we'll always carry

For
our nation's golden child


And
even though we try

The
truth brings us to tears

All
our words cannot express

The
joy you brought us through the years


And
it seems to me you lived your life

Like
a candle in the wind

Never
fading with the sunset

When
the rain set in


And
your footsteps will always fall here

Along
England's greenest hills

Your
candle's burned our long before

Your
legend ever will


Goodbye
England's rose

May
you ever grow in our hearts

You
were the grace that placed itself

Where
lives were torn apart


Goodbye
England's rose

From
a country lost without your soul

Who'll
miss the wings of your compassion

More
than you'll ever know


And
it seems to me you lived your life

Like
a candle in the wind

Never
fading with the sunset

When
the rain set in


And
you footsteps will always fall here

Along
England's greenest hills

Your
candle's burned out long before

Your
legend ever will


Berni Taupin/ Elton Jonh


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mercoledì 29 agosto 2007

CHI


Girava una strana voce in paese, da qualche tempo. Il banale e
pacifico ragionier Menotti aveva un’amante.
   “Un’amante??” si domandavano le comari incontrandosi sulla piazza. Alcune sorprese,
altre un po’ scettiche.
“Ma come un uomo così insignificante?” borbottava
qualcuna.
Avevano tutte la stessa voglia
di sapere e  drizzavano le orecchie in
attesa di particolari.
“Si, si proprio un’amante e da qualche mese ormai …”
affermava con  tono sicuro quella che voleva
essere la più informata. Iniziava spiegando in quale modo difficoltoso era
riuscita a ottenere la notizia: “Me l’ha detto una fonte sicura che dice di
aver parlato proprio con una persona che li ha visti..”. Il pubblico si faceva
più attento, una più ardita delle altre provò a chiedere “Ma com’ è? Dicci qualcosa, è giovane? Graziosa? Deve
essere una poco di buono o una sciocca.” concludeva con una risata chioccia.  La signora bene informata, di fronte a quelle
domande, si vedeva che era soddisfatta. Brillava quasi, tutti gli occhi erano
puntati su di lei. A quel punto però si faceva un po’ ritrosa e diceva, quasi
intimidita: “Io ho parlato con una
signora perbene, in via confidenziale…”. Qui si interrompeva. “Voi capite, sono
notizie delicate.. da tenere riservate, mi raccomando. Non lo sa nessuno. La
povera Marta non sospetta nulla..”. A questo punto giungeva un sospiro di
compassione, il viso si faceva debitamente triste. Un’amica era in difficoltà. Tempi
grami. Le altre donne davano segno di capire e annuivano a quanto veniva loro
detto, mostrandosi solidali. Poi d’improvviso giungeva la fine del piccolo
comizio: “Voi mi conoscete. Sapete che non sono una pettegola” La signora sfoggiava
un’espressione di sentita  innocenza e si
avviava verso casa.
Era questo il segnale, il capanello si scioglieva. Ognuna
tornava alle proprie faccende. Solo le osservatrici più attente e forse un po’ più
maliziose avevano potuto rendersi conto di quanto spesso pensieri e parole andassero
in direzioni opposte. Proprio di questo discorrevano mentre il lavoro le teneva
nuovamente impegnate.

venerdì 24 agosto 2007

21.54

Chissà perché è tornato. Non mi
sono più allontanata da quel pensiero.


Stamattina passavo davanti alla sua casa, disabitata da anni. Le finestre erano spalancate. L’erba
sembrava tagliata di fresco. Di lui, fuori, nessuna traccia.  Nell’aria una canzone che usava suonare una volta e che io ho
odiato. Sempre.  Perché come la suonava
lui non la suonava nessuno e perché la musica veniva prima. Prima di tutto. Anche
di noi due.


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Era nel sul stile sparire così
per anni, non tornare se non in qualche cartoline scritta in fretta ed imbucata nei posti più strani. Per un po’
avevo provato a seguire il suo percorso, a pensare di essere importante per lui quanto lo sentivo importante per
me.


Poi ho rinunciato. Le poche cose che
avevo a ricordarmelo, hanno trovato posto in una scatola, persa nel disordine della
soffitta.  Io ho ripreso a vivere. Senza più quel pensiero mi sentivo più leggera forse perchè i sogni non c’erano più. Però
avevo pagato, il giusto non lo so, ma avevo pagato ed ero cresciuta. Mi ero
rialzata. Di questo ne andavo fiera. Solo che quella musica, ora che sono a casa da sola, risuona ancora  nella mia testa.


Come un ossessione mai sopita.


.. Insieme a te non ci sto più guardo le nuvole lassù
E quando andrò devi sorridermi se puoi
Non sarà facile , ma sai, si muore un po' per poter vivere
Arrivederci amore ciao le nubi sono già più in là
Finisce qua , chi se ne va che male fa! ..

Forte di Vinadio (Cuneo)

  Sito: Forte di Vinadio                                                                   


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Costruito tra il 1834 e il 1847, per volontà di
re  Carlo Alberto, ha una lunghezza in linea d'area di circa 1200 metri. Il percorso
si snoda su tre livelli di camminamento per un totale di circa 10 km.


E'  teatro di Montagne in
movimento
Percorsi multimediali attraverso le Alpi Meridionali.


L'ambientazione è suggestiva, i percorsi
interessanti. Si è coinvolti in un viaggio attraverso i secoli, le
tradizioni, la lingua. E'  così possibile
conoscere la storia di queste montagne, della gente che le abita e le ha
abitate. 


Ve lo consiglio. Per saperne di più potete
visitare il sito.  www.fortedivinadio.it                                        


(Cliccando sopra potete ingrandirle)


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giovedì 23 agosto 2007

L'uomo perfetto



Maria incontra l’uomo perfetto.
Quello che ama le stesse cose che ama lei, ha gli stessi hobby, il fisico
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giusto per farle perdere la testa. A farlo capitare sulla sua strada ci pensa Lucia,
migliore amica di una vita ed eterna seconda, rassegnata o quasi a rinunciare
in amore. E’ su quel quasi che ci si può soffermare. Quando Maria le annuncia
di volersi sposare con Paolo, in Lucia scatta qualcosa. Paolo il ragazzo che
ama dall’adolescenza? Quello che si filava solo lei? Paolo è suo. Il suo amore perfetto. Stanno commettendo un
errore.  Questo il pensiero che la
inquieta.


In una sera che li vede soli e un po’ ubriachi, Paolo e Lucia si ritrovano
a dormire insieme. Al mattino lui le
chiede  di non dire nulla a Maria.  La vita riprende a scorrere come sempre.


Lucia, brillante
pubblicitaria ha un idea. Pensa di far incontrare alla sua amica l’uomo
perfetto. Per far questo
ingaggia un attore, Antonio,  e lo
istruisce su ciò che piace a Maria. Come vestirsi, di cosa parlare
tutto viene
deciso e stabilito in anticipo come se si trattasse di un piano di
guerra.  Lucia, novella cupido, organizza l'incontro. Il piano sembra
procedere per
il verso giusto. La ragazza è riuscita a zittire pure gli scrupoli di
coscienza. Solo che a un certo punto  si trova a chiedersi quali sono i
suoi sentimenti
per Paolo e tutto torna in discussione. Però l’ingranaggio è stato
messo in moto ed è talmente
perfetto da risultare difficile da fermare.
Antonio conquista Maria.
Paolo si fidanza con Lucia. Così deve andare. Tutti contenti? Forse no.


Film divertente, disimpegnato ma non troppo. Bravi gli interpreti.


L'uomo perfetto, Italia 2005
Regia Luca Lucini
Interpreti: Gabriellla Pession, Francesca Inaudi, Gianpaolo Morelli, Riccardo Scamarcio


Post-it
-aggiornare il  diario dei sogni. Almeno ogni tanto.
-allenarsi a trovar la propria
isola felice anche quando è a un passo. (Non si accettano complicazioni affari semplici)
-ricordare:  la perfezione è un difetto troppo grande da sopportare.


stracciare il Post-it.



martedì 21 agosto 2007

Eccomi qua

Sono seduta su una panchina, in
riva a un lago. In mano un libro che mi sembra di non ricordate. Lo apro e
inizio a leggere. Mi accorgo di essermi sbagliata. I personaggi e i luoghi mi
sono familiari come vecchi amici che non incontravo da qualche tempo. Continuo
a leggere incuriosita. Intorno a me la quiete.


Vivo anche per momenti come
questo. Senza ritardi e senza scadenze. Un libro,  un luogo del cuore e
tempo per viaggiare. Anche solo con la fantasia


Ciao,


i giorni sono volati via leggeri. Riprendo a scrivere


            
Pinky


Ps. il libro era Il sentiero dei nidi di
ragno.
Sono alla seconda lettura e non mi riesce facile definirlo.
bello,  intenso e poi...


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lunedì 20 agosto 2007

Il guerriero dalle armi sporche

Materazzi dopo aver marciato per
un anno, tra reticenza e ironia, sulle parole dette a Zidane nella finale
mondiale, ha riferito la sua verità. La frase che ha scatenato l'ira di Zidane
è un insulto alla sorella.
Zizou ha sbagliato. Non c'è dubbio. Reazione violenza, esagerata, stupida.
Provo ad andare oltre.


Marco Materazzi è duro negli
interventi fino a toccare in diverse occasioni la scorrettezza. La dove non riesce
con i piedi arriva la lingua a sfiancare gli avversari. E' Materazzi l'eroe
della situazione? Quello che dobbiamo prendere ad esempio? No, io penso di no.


Non amo i guerrieri dalle armi
sporche.


 


 

lunedì 6 agosto 2007

Leggera salita

E’ un guardiano. Solitario, ritto
come un fuso. Prova a guardarlo con più attenzione. Si, lo so. Sembra un
albero. Lo dicono tutti. Sbagliano. Quello è un cavaliere. Fidati.  Pr
oviamo ad avvicinarci. L’erba l’hanno
tagliata. Togliti le scarpe se vuoi. E’ soffice, a tratti fa il solletico. Su
corriamo.
Sei senza fiato? Va bene, più piano. L’ha raggiunto un compare. Fanno
i turni di guardia.


Se vuoi ci possiamo fermare. Un po’
d’ombra, mi tuffo sul prato. Facciamo finta di dormire e poi osserviamo i loro
movimenti. Dovranno pure distrarsi. Quando arriva il momento tieniti pronto.
Uno scatto e via, il valico è superato. Le montagne sono lì a un passo. Sembrano
pronte per giocare a nascondino. Noi siamo gli inseguitori. Non te lo scordare.


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Hiroshima 6 agosto 1945

Gli  hibakusha  sono le persone
sopravvissute al bombordamento di Hiroshima e Nagasaky. Hibakusha può essere
tradotto con "sopravvissuto", in giapponese suona come: "persona
affetta dall'esplosione".


Il premio Nobel giapponese, Kenzaburo Oe ha
definito Hibakusha:


          «
Coloro che non si suicidarono nonostante avessero tutte le ragioni per farlo;
che hanno salvato la dignità umana in mezzo alle più orrende condizioni mai
sofferte dall'umanità »
               
                
                
       tratto da wikipedia


Se provo a inserire questo termine in un motore di ricerca  trovo le loro testimonianze. Bambini, quando la bomba venne sganciata. Uomini e donne, segnati, ripercorrono l'orrore di quel giorno. La normalità squarciata all'improvviso. Erano le 8.16 del mattino, tanti aerei passavano su Hiroshima, gli allarmi non scattavano nemmeno più. Però quel giorno Hiroshima era l'obiettivo. Un lampo di luce. Temperature altissime, il fungo atomico. Decine di migliaia di persone, impegnate nel loro vivere quotidiano, morirono sul colpo. Decine di migliaia di persone morirono nei mesi succussivi, negli anni successivi, tra atroci sofferenze.


L'orrore di cui furono testimoni, segnò le loro vite. Il dolore per una vita diversa  e la paura, compagna di ogni  giorno,  emergono nelle loro  testimonianze.


Hiroshima 6 agosto 1945 - Nagasaky 9 agosto 1945 - Mai più   per favore   Mai più