lunedì 31 marzo 2008

Camminando sul filo

Ieri è morto un ragazzo di quasi
ventotto anni. Si è parlato di tragica fatalità, si è spiegato che il calcio non
centrava. La partita Juventus-Parma è stata rinviata  I Presidenti l'hanno definito un
gesto di rispetto. Non c'era paura per l'ordine pubblico, il calcio non centrava
però il calcio si ferma. I tifosi nello stadio hanno manifestato contrarietà riguardo allo stop, i tifosi amici del ragazzo morto erano contrari a che si giocasse e minacciavano di spaccare tutto. C'è chi pur condividendo il rinvio afferma che di questo passo
si dovrebbero  fermare tutte le partite. C'è il dubbio che ci si pieghi troppo spesso ai ricatti.


Dodicesima giornata, all'andata era morto
un tifoso laziale. Stop. Una serata di folle violenza. Poi si era andati avanti. Lo spettacolo deve continuare,
così il mondo del calcio ha continuato a muoversi su un filo, senza cadere pur
non sapendo perchè. Spesso si è parlato di moviola, certe volte si è trovato il
tempo di parlare di arte pedatoria.  Poco, perchè il gioco del calcio è
ormai diventata per molte persone una scusa. La zona franca dove scaricare le
frustrazioni e far finta di essere in guerra. Così sentendo di un ragazzo che muore in un autogrill prima c'è lo sgomento e poi le parole. Si cerca una spiegazione, si prova a ricostruire i fatti, capire perchè.  Forse si aspetta solo che il momento passi per tornare a camminare sul filo sapendo che qualche volta si cade.


Il calcio è un  particolare,  buono  per far  finta di essere in guerra. Solo che poi qualcuno muore e molti hanno paura.

sabato 22 marzo 2008

Inter-Juventus 1-2

Irresistibili rompiscatole



La Juve

ha vinto. Prima Camoranesi poi Trezeguet, tutto nel secondo tempo quando i
bianconeri continuavano a correre, provare, tenendo alta la pressione. Sembravano non  sentire la fatica.  Spesso si presentavano dinanzi
alla porta nerazzurra.  Trezeguet e Del Piero sono stati gli 63316620822265625015287_2
incubi dei
difensori interisti. Correre, seguire gli schemi, approfittare di ogni
occasione e poi vincere. Questa è la Juve, una squadra che ci
crede fino all'ultimo, ama i secondi tempi e gioca bene con le
"grandi". Ha trovato in Sissoko il miglior giocatore della campagna
acquisti. Però la scelta vincente della Juve è stato mister Ranieri un uomo in
bianco nero, bravo, educato, capace di stimolare i suoi e gestire gli affondi
dei giornalisti. Bravo, mi ripeto, nell'infondere fiducia anche ai tifosi. L'ho
accolto freddamente, come il segno di sogni ridimensionati, mi sbagliavo.
Claudio Ranieri è un grande allenatore, l'uomo giusto al posto giusto.
Capitan Del Piero taglia il traguardo della  552 presenza, ha raggiunto
Gaetano Scirea.


stasera i bianconeri hanno
conquistato una vittoria importante in chiave Champions, una vittoria
importante perchè contro l'Inter.


Bravi Ragazzi! Bravo il
Mister!


Buona PASQUA!






giovedì 20 marzo 2008

lettera di una ragazza precaria

Se qualche anno fa m'avessero
detto che mi sarei ritrovata a quasi trent'anni senza uno straccio di lavoro
fisso sarei sicuramente esplosa in una grassa risata, una di quelle risate che
da troppo tempo mi sono state estorte dalla vita e dalle sue preoccupazioni. Ho
passato anni a studiare per costruirmi un avvenire, non dico idilliaco, ma
quanto meno tranquillo, e mi ritrovo qui con un impegno dignitoso, per quanto stress e mal di testa siano all'ordine del
giorno, ma con una spada di Damocle che oscilla sempre più minacciosamente
sulla mia testa man mano che il giorno della scadenza del contratto si avvicina.
Ormai sono anni che vado avanti così, sei mesi in un posto, sei mesi
nell'altro, tre di qua, uno di là... questa dannata precarietà è diventata la
mia miglior nemica: nemica della mia psiche, dei miei nervi, e dei miei
maledettissimi sogni! Molti miei colleghi sono stati stabilizzati, ma purtroppo
non rientro ancora tra questi. Mancano quindici giorni, infatti, alla fine del
mio contratto, ho lavorato qui sei mesi e, per quanto non sia nella mia natura,
ho cercato di tenere ben cucita la bocca anche quando potevo aver ragione e mi
sono costretta a rinunciare a non so quante commissioni, visite mediche e
aperitivi con gli amici pur di non rifiutare uno straordinario...non che vi
siano pressioni, ma non si sa mai, ne ho viste troppe...sono ostaggio da troppo
tempo e credo che se dovesse andar male anche sta volta potrei davvero perdere
ogni speranza, anche perché superata una certa età trovare un lavoro diventa a
dir poco impossibile...non convieni più, costi troppo, è sempre più facile
investire su un apprendista. Questa assurda condizione di precarietà mi ha trasfigurata, la mia autostima ha ceduto
il passo ad un senso di insicurezza assoluto e la mia vita si è ridotta a mera
sopravvivenza. Tutti i progetti fatti con Marco sono crollati come castelli di
carte, ottenere un mutuo è impossibile, così come continuare a vivere questa
relazione da adolescenti, sognavamo una famiglia! Ma come si può mettere al
mondo dei figli in una situazione del genere? Come si possono sgravare di tanto
peso dei genitori che già ti hanno pagato gli studi fino a 26 anni e ora sono
costretti a mantenerti ancora tra un lavoro e l'altro? A che serve parlare di
sgravi fiscale sul mutuo della prima casa, sull'affitto per i giovani e le
famiglie numerose, se non esistono le condizioni perché un giovane ottenga un
mutuo o riesca a mantenersi andando a vivere da solo né tanto meno perché
decida di tirar su famiglia , magari con 5 figli? Esiste qualcuno tra i nostri
politici realmente intenzionato ad arginare questa
situazione e a porre fine a questo terrorismo psicologico cui il lavoro
precario si riduce? Non mi resta che sperarlo.



M. 28 anni, astigiana


tratto da  www.partito democratico.it


Se una persona non è in grado di riconoscere il problema come può trovare una soluzione?


Le sue risate suonano  offensive e inopportune

Rispetto? Questo sconosciuto..

Berlusconi:
360 richieste matrimonio


Arrivate via sms a mio figlio
Piersilvio, persino con foto


(ANSA) - ROMA, 20 MAR - 'A mio
figlio sono arrivati oltre 360 sms di richieste di matrimonio' afferma Silvio
Berlusconi. 'Una ragazza - aggiunge - ha perfino mandato la sua foto vestita da
sposa. Piersilvio me l'ha mostrata e ci abbiamo riso su''. E la ragazza
precaria incontrata in tv 'era una plurilaureata - spiega - e per giunta di
ottima famiglia. E poi l'avevo conosciuta prima della trasmissione e cosi' mi
sono permesso di scherzare...'.

sabato 15 marzo 2008

If you want a day

Ci sono momenti che rimangono
impressi più di altri. Non lo so perchè.
Quel giorno il sole era rimasto fuori dalla finestra. Sara si era alzata, non
più abituata al mondo.  In poltrona, una coperta sulle ginocchia, giocava
a carte. Conviveva con la sensazione di essere fuori. Un ombra al suo fianco.
Si sentiva svuotata, incapace di provare un emozione. Nè gioia, nè
dolore.  Nè noia, né interesse per quel che stava facendo. Mescolava le
carte, pescava, attaccava, scombinava e il nulla la scavava dentro. Perdeva,
vinceva. Questa estraneità la sgomentava.  Si chiedeva se sarebbe tornata
la normalità. Seduta sulla poltrona, l'unica concessione erano due lacrime che
scendevano capricciose. Sara non sapeva che il peggio era passato e solo per
questo  poteva ascoltarsi un pò.
Anche le lacrime sono un lusso, certe
volte diventano speranza.

venerdì 14 marzo 2008

La realtà non è questa -2-

-1-


Sento il rumore dell'acqua: un gorgoglio.
Ho già meno sete. 
Mi guardo intorno e non riesco a capire.
Non ci sono fontane.
Da nessun lato.
Forse un miraggio?
No, io ascolto l'acqua.
E' un invito che non riesco ad accettare.
Però c'è. E' sincero.
Proseguo fino a che vedo di fronte a me il richiamo.
Sgorga a singhiozzo da un leone di pietra appoggiato al muro.
Intorno a me il silenzio.
Mi avvicino guardinga.
Abbasso la testa.


Mi investe una zaffata di ruggine


La ignoro e provo a bere


Dopo un sorso mi arrendo


Stendo le mani sotto l’acqua e
poi le sventolo al sole


Mi sdraio su  una panchina ombreggiata.


Non mi accorgo del paese
che si risveglia e della notte che sopraggiunge.


Verso mezzanotte un’ombra si
staglia vicino a me.


Una mano, davanti alla bocca, mi sveglia.


Non sono spaventata.


Conosco il suo odore.


 


 

domenica 9 marzo 2008

27 minuti=una settimana e 1/2

Dyer e Wright-Phillips, giocatori della Premier
League, hanno terminato una serata al pub rovistando nelle borsette delle
cameriere. Il "prezioso" bottino  è stato di 145 sterline, 3
cellulari, tessere studentesche e qualche sigaretta. La telecamera  a
circuito chiuso li ha traditi, il Sundey Times li ha schiaffati in prima pagina inchiodandoli alle loro responsabilità.


I due calciatori del Southempton guadagnano, quanto derubato, in 27 minuti. Il loro stipendio  è di 6.500 e 10.500 euro a settimana. Le ragazze derubate impiegano una settimana e mezza a guadagnare quella cifra. Percepiscono 7,2 euro all'ora. Il proprietario del locale visionando le immagini ha paragonato la "banda" a  uno sciame di locuste.  Risulta ancora sconosciuta l'identità di altri tre ragazzi che hanno partecipato all'azione.


Non è solo una bravata. I ragazzi si sono disinteressati di cosa fosse giusto o sbagliato, di come le vittime si sarebbero sentite scoprendo il misfatto. Hanno mostrato una insensibilità pericolosa.


I soldi e il successo non possono garantire l'impunità.


notizia tratta dalla Gazzetta dello Sport

Vogliamo parlare delle nuvole?

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Assumevano delle strane forme
d’estate. Ti stendevi sul prato, dischiudevi gli occhi e provavi a decifrarle.
Ogni volta tornati a casa con un racconto diverso. Non ti accontentavi di
provare a contarle, volevi dar loro un significato, una storia. Senza badare
troppo alla logica. Certe volte i gatti rincorrevano i cani, gli elefanti
volavano e i topolini li tenevano per l’orecchio. E poi c’era il bosco dove le
nuvole giocavano a nascondino e tu, sotto, eri pronta a riconoscerle tutte.

mercoledì 5 marzo 2008

La realtà non è questa.

Mi fermo.
Chiudo gli occhi.
Aspetto.
Nulla.
Non succede nulla.
Il buio continua a essere intorno a me. 
Niente da fare.
La luce riemerge ostile.
Riprendo a camminare, non rimane che questo a farmi compagnia.
Ci dovrà pur essere un modo.
Si, devo solo aspettare.
Intanto le case mi sfilano a fianco.
Sono costruzioni basse, a un piano, devono difendersi dal sole anche loro.
Piantate lì da anni,  costrette a conoscersi come amici che non si cercano.
In fila, eppure disordinate con le imposte chiuse e aperte.
Un'aria di abbandono   le assorbe nel mezzo della giornata.

Un rivolo di sudore mi scende dalla fronte.
Provo a rivoltare le tasche.
Non ci sono fazzoletti.
Tiro fuori la mano, è appiccicosa, impastricciata.
La annuso: cioccolata.
Inutile cioccolata, dimenticata forse da mesi.

   

lunedì 3 marzo 2008

8 Non
l’aveva tradita.


7 Andreina era quella che il
mare faceva tornare al suo posto. Lo frequentava al mattino quando il sole era
ancora incerto e il lembo di terra deserto. L'avvicinamento era graduale, un
lento avanzare fino a che l'acqua diventava l'unica compagna, una culla che si
muoveva quieta quasi a darle conforto.


6 Andreina credeva alle storie che infestavano quel luogo. Le aveva sentite
muoversi per casa fin da quando era una bambina,  parte della sua infanzia
così come il vento che le scompigliava i capelli, nelle giornate trascorse in
giardino,  i giochi che aveva consumato sotto la sequoia e le lunghe
chiacchierate con sua nonna.


5
…una scomoda verità.


In fondo a nessuno importava molto dell'acqua. Contava
poter distendere l'asciugamano al sole, muovere  i piedi vicini alla riva.
Fingere una vacanza che non si poteva vivere.


4
I vecchi descrivevano un gorgo insidioso che catturava i nuotatori. Non si
poteva tornare indietro. Parlavano di una  maledizione, e si lanciavano
in strani racconti che sembravano…


3 Infido
ma questo nessuno lo diceva. Bastavano i cartelli arrugginiti poggiati per
terra. Lo specchia d'acqua poteva, nel giro di pochi attimi, trasformarsi in un
abbraccio mortale.


2 Un
tappeto di sassi e ghiaia seminato vicino agli scogli. L'unico contatto con
l'acqua rimasto libero. Prezioso, scomodo, conquistato  dopo attese
estenuanti.


1
Il mare la riportò al suo posto. Per l'ennesima volta fu parte di quel pezzo di
terra che la gente si ostinava a chiamare spiaggia.

sabato 1 marzo 2008

Amore senza spessore

Sanremo - Forse il più grosso problema che il Festival si è
trovato ad affrontare quest anno è stata la musica. Le canzoni erano, in media,
qualitativamente inferiori rispetto alla scorsa edizione. Difficilmente
sarannò ricordate e chissà se qualcuno  proverà a cantarle sotto la doccia. I
pochi buoni pezzi in gara sono stati lasciati nelle retrovie. Niente impegno
sociale, per i vincitori, niente poesia. Meglio la rima cuore amore. Un pezzo
di musical  piazzato fuori posto. Un falso buonismo atto a procacciar
voci. Si salva il terzo, emozionato, Moro.


Gli stucchevoli Ponce Di Tonno (senza audio si
apprezzano di più) sono pur sempre meglio della logorroica e ipocrita
Tatangelo ma certo non solo la soluzione. Fuori posto, inspiegalmente. Il
testo, profondo quanto un lago prosciugato.            

bambino, occhi, desiderio

Davanti al calcio
tornava bambino. Me ne accorsi un giorno che camminavamo per strada.
Stavamo discutendo su come trascorrere il pomeriggio quando lui,
d’improvviso, si zittì. Subito non capii, sembrava diventato una
statua. Poi voltai la testa nella direzione del suo sguardo. Di Stefano stava venendo nella nostra direzione. Non feci in tempo a fermarlo. Gigi
si diresse verso di lui. Lo squadrò da un lato e poi dall’altro infine
prese la mano che Di Stefano teneva lungo il corpo e iniziò a
stringerla convulsamente. Stringeva e parlava dell’ultima partita,
l’azione, lo sbaglio, il goal... Non la finiva più. Insopportabile.


Di Stefano era
rimasto fermo sul posto. Solo gli occhi si muovevano irrequieti alla
ricerca d’aiuto. Sembrava incerto sul da farsi. Meglio opporsi o
lasciar fare? Non si capacitava ancora di cosa fosse pronta a fare la gente, anzi i tifosi quando lo vedevano.