domenica 31 agosto 2008

Campionato in chiaro scuro

Si è sfiorato il buio, un tuffo
indietro 50 anni. Lo spettro di un calcio vissuto solo a pagamento. Poi, in
extremis, l’accordo. Tornano trasmissioni storiche come 90° minuto e Stadio sprint,
si salva la radiofonica Tutto il calcio
minuto per minuto.
Potremo risentire
Clamoroso al Cibali
e le voci concitate di chi prova a farci vivere le emozioni
di una partita solo attraverso le parole.


Prima giornata, le squadre, date
per favorite nella lotta scudetto, soffrono, si muovono  tra pareggi e sconfitte.



La
Juve giunta a un passo dai tre punti, sul difficile campo
della Fiorentina, si arrende al ’89. I bianconeri godono della superiorità
numerica, sembrano avere in mano la partita. Il  pareggio però
aleggia, minaccioso, nell’aria. La Juve
è ancora in vantaggio. Prandelli  ci crede ancora
. Sento la
radiocronaca e spero arrivi presto il ’90. Gilardino sigla il goal
viola.  Resta il rammarico, forte, per due punti persi.


Con l'inizio del campionato, torna
la violenza fuori e dentro gli stadi. Un treno devastato, passeggeri con
biglietto costretti a scendere per far posto agli ultrà. Ferrovieri feriti. Petardi, fumogeni, cancelli divelti. Scene che sgomentano, rabbia e paura per la violenza subita, il senso di impotenza di fronte a un fenomeno che sembra non conoscere freni ne vergogna. Vien voglia di chiudere qui.


venerdì 29 agosto 2008

Mistero buffo forse ha trovato casa.

Tiago, della Juventus dal 2007 , sembra
destinato a partire. La campagna acquisti dell’anno scorso si era
caratterizzata per un abulica inutilità
che aveva attirato critiche da addetti ai lavori e tifosi. Sfortuna, scelte
errate, congiunzioni astrali negative, quale che fosse la ragione: Tiago,
Andrade e Almiron  non hanno lasciato il
segno. Almiron ha già fatto le valigie, Andrade è convalescente dopo un brutto infortunio. Tiago no, è rimasto, fino a
ora, tra coloro che stan sospesi. Nei primi giorni di raduno i compagni di
squadra e il mister si sono prodigati nello spiegare alla stampa quanto il
giocatore portoghese fosse bravo. Tutto gli riesce bene in allenamento, fa cose
che lasciano a bocca aperta, con il tempo anche in campo e farà ricredere i
critici. In quel momento non capivo bene se fosse una mossa della squadra per
venderlo meglio o se Tiago fosse vittima di un oscuro sortilegio che gli
impediva di rammentare come si gioca a calcio quando è impegnato in gare
ufficiali. Poi, quando l’ho visto, in una delle tante partitelle estive,
sparacchiare un rigore in braccio al portiere avversario, mi sono messa il
cuore in pace. Se di mistero si tratta è buffo, irriverente e può trovare soluzione altrove. Mistero buffo
può vantare ancora dei corteggiatori preda di cieco amore o di sbiaditi ricordi
. Lì ha respinti per questioni di ingaggio e geografia. Il Monaco è l’ultimo in
ordine di tempo ad aver fatto una
proposta, spero che Tiago accetti. Sono pronta a sventolare il fazzoletto. 


 


PS


la Juventus


torna a vivere
l’Europa, affascinante e complicato il cammino che le si prospetta dopo l’estrazione dei gironi Champions.

giovedì 28 agosto 2008

binario n. 1

Il fumo si infila controvoglia
nelle narici. Una brezza leggera accarezza la pelle.   100_9552
  Un uomo percorre più volte la banchina. Fuma una sigaretta e
punta gli occhi sui volti degli altri viaggiatori. Non nasconde l'ansia che
lo muove. Il cielo è colorato di un pallido azzurro, si prepara al giorno che
sta nascendo. Le automobili si muovono lontane.
Volano parole e risate, si incontrano facce perse in sonni interrotti, sguardi
rapiti dai binari.
Una voce, dall'alto, annuncia l’arrivo del treno.  L'attenzione è rivolta al binario n. 1. Ci si sporge sperando di vederlo per primi ma
non è ancora il momento. Il silenzio viene interrotto dal picchiettare di un trolley
sui mattoni. Due ciclisti, convinti di non arrivare  in tempo, sbucano trafelati dalla stazione.
Infine il treno, i fanali accesi, l'incedere indifferente e maestoso. Signori
in carrozza, si parte.

mercoledì 27 agosto 2008

Non è prudente, non è sicuro..

Campeggiare in una zona isolata,
uscire da soli la sera, viaggiare da soli , abitare in una casa isolata, non
serrare bene la porta, abbandonare per troppo tempo la propria casa,  girare in certe parti delle città, usare alcuni
mezzi pubblici, fidarsi degli sconosciuti  … e poi?


Quante sono le regole che
dobbiamo rispettare per poterci sentire prudenti, al sicuro?


Tante, troppe, secondo me. Ci si
adegua per necessità, spesso con rassegnazione, a una lista che si fa sempre
più lunga. Penso sia importante continuare a indignarsi per fatti gravi come quelli accaduti in questi giorni a Roma e Napoli, combattere nel nostro quotidiano per  non darla vinta a chi usa solo il linguaggio della violenza e condiziona le nostre vite, le limita, mentre noi viviamo con  l'impressione di un'effimera sicurezza.   

martedì 26 agosto 2008

by train

Spesso viaggiare in treno si rivela un
avventura. Sali  senza sapere bene cosa ti aspetta.
Trovi un vagone
pulito, il posto prenotato, l’aria condizionata che funziona, un tavolino su
qui appoggiare il giornale, la fortuna di un intercapedine su misura per il tuo
trolley. Pensi a un sogno.
Ti risvegli su un vagone  sporco, inizi a ispezionare i sedili alla
ricerca di uno solo un po’ meno  disastrato.
Incontri macchie, briciole, aloni, poi ti siedi,  non hai voglia di stare in piedi per un’ora e
più su un treno quasi deserto. Dall’altro lato  si accomoda  una ragazza che decide di cambiarsi d’abito,
un cane le fa compagnia. Passano i minuti, cresce il disagio, ti chiedi perché il treno,  vacilla l’ottimismo che ti ha accompagnato fino a quel momento. Scruti
gli angoli sperando che nulla si muova. Conti i minuti incapace di apprezzare
il paesaggio che ti scorre a fianco. Neppure l’ombra di un controllore. Quando si  giunge a destinazione, tiri un sospiro di sollievo e provi a ricucire il
filo del buon umore.
Sali sul convoglio  in ritardo di un quarto
d’ora, scendi e il ritardo è salito a 35
minuti. Il tempo di fare il cambio e cercare un’obliteratrice funzionante, su e
giù per le scale, riconoscente a una persona che si offerta di dare un occhiata
alla tua valigia, poi l’avventura volge al termine, sei a casa.
Disagi, sporcizia, ritardi sono
compresi nel prezzo, generosamente elargiti sulle tratte nazionali. Ai viaggiatori non resta che
prepararsi a collezionare momenti indimenticabili. 

mercoledì 13 agosto 2008

Oro 200

Non ho puntato la sveglia anche
se il pensiero andava ai 200 sl e a Federica Pellegrini. Ero curiosa di sapere
come si sarebbe comportata dopo la delusione nella finale dei 400 sl e il record mondiale conquistato,
poche ore dopo, nei 200 sl. Oro, sfavillante, coronato da un record mondiale.
Bello anche se di mattina, per l’Italia le 4,15 di notte. Su di me ha vinto il sonno. Magnini non si
qualifica  per la finale dei 100 sl, nono
tempo, primo escluso. La staffetta italiana 4 x 200 si posiziona a un passo dal
podio. Phelps vince il 5  e diventa un po’
scontato. Sinceramente noioso. Beato lui.


Sanzo conquista la semifinale dopo il minuto di spareggio
contro un fiorettista francese.   Cassarà, rimontato da un atleta cinese, si
ferma ai quarti.


Tira aria di ritiro fomentata,
spesso, da risultati deludenti. Laure  Manadou  star nelle piscine e fuori  non è abituata ad arrivare settima o ottava. Non
si diverte più.


Montano, fermato, ieri,  nella sciabola, agli ottavi si chiede se sia
giusto smettere mentre la delusione è ancora cocente e si prepara per la gara a
squadre.


Olimpiade ogni 4 anni, terra di
stelle improvvise e di artistici pianeti
ove emergere è una qualità, ripetersi un peso più grande.


La Vezzali ha conquistato la
terza medaglia d’oro in tre edizioni consecutive, è la signora del fioretto. Sale
in pedana e le si vede negli occhi la voglia di primeggiare nonostante lacrime
o avversarie.


 

lunedì 11 agosto 2008

arco d'argento

Gli azzurri affrontano i coreani nella finale di tiro con l’arco a
squadre. I coreani sono gli uomini da battere, su sei olimpiadi hanno
conquistano 4 medaglie d’oro, partono in maniera sfolgorante. L’Italia non  si perde di coraggio, tende l’arco e scaglia
le sue frecce, recuperando un punto dopo l’altro. Arriva, prima dell’ultima
serie da tre, ad agguantarli. Sono a pari punti. La via da seguire è gialla, si
muove tra il 9 e il 10. Il rosso arriva come uno schiaffo e il 7, ultimo tiro
azzurro, diventa una condanna senza appello.


Vince la Corea, gli azzurri
conquistano una medaglia d'argento, mescolata a qualche rimpianto, per un sogno solo
sfiorato. 

giochi in corso

Le olimpiadi si
muovono in fretta
tra speranze e delusioni. L'Italia ha nel carniere 4 medaglie, sul gradino più alto è salito Tagliariol oro nella spada. Argento per Rebellin, bronzo per la Guderzo nella prova su strada di ciclismo e argento per Peliero nel tiro a volo. Terzo giorno di gare. La Pellegrini non
riesce a ripetersi nella finale dei 400 sl, il tempo registrato ieri le
avrebbe garantito la medaglia d’oro, oggi la delusione del quinto posto.  Le finali di nuoto si disputano al
mattino. Questa novità è stata adottata per consentire alle televisioni
statunitensi di trasmettere in prima serata le performance di Phelps,
uomo con un obiettivo ben chiaro in testa: conquistare più di 7 ori,
tutti in un olimpiade. I nuotatori italiani esprimono una certa
difficoltà nel gareggiare di mattina. Sono stravolti ritmi e
preparazione. Difficile per tutti e novità un po’ indigesta come tutte
quelle che vengono imposte. Le fiorittiste incantano, i tiratori con l'arco stanno per affrontare la finale.


L’Olimpiade per qualcuno è un
sogno, inseguito per anni, coronato per il solo fatto di essere lì. Fedeli al
motto di De Coubertain. Per molti è una delle tante competizioni segnate  sul calendario, più carica di tensione perché è
solo ogni 4 anni e sale il rischio di fallire. Olimpiade, un tempo, era zona
franca, forte abbastanza per sospendere le guerre, attirare l’attenzione del
mondo distraendolo dal quotidiano. Oggi non è più così. Sono tanti gli
interessi che si muovono attorno a questa competizione, le strumentalizzazioni,
le polemiche.


Una studentessa che ha tentato di
mostrare la bandiera del Tibet, durante una gara, è stata portata via a forza. Un
iraniano non gareggia, in una batteria ove si trova anche un nuotatore
israeliano, il “caso” viene chiuso con un’improvvisa indisposizione e il peso
di un ombra, l’ennesima, posata sui giochi. 


Un atleta georgiana e una russa,
si abbracciano prima di salire sul podio. Ci si scopre commossi osservando
queste donne,  pensando al dramma che vivono
e alla serenità con cui compiono il loro segno di pace. La speranza è che i
giochi siano questo, l’esempio, il lato buono del mondo. Solo una speranza in
balia degli uomini. Quando però si realizza si capisce quanto possono essere belle
le olimpiadi.