giovedì 26 marzo 2009

Selezione naturale

Dicono che funziona.

 102_0241

Prendi il cuore, mettilo da parte e... sorridi.
C'est la vie


Non gli piaci abbastanza ?
Su, dai, non vorrai mica arrenderti così. Escogita qualcosa.


«Premiata ditta Trucchi & incantesimi  al tuo servizio»


Un ometto sbuca fuori da un furgone scassato e 
prima che tu riesca a fermarlo inizia a decantare, con tono solenne, i
milli incantevoli sortilegi presenti nel suo catalogo.

Quando arrriva a coda di rospo e ali di farfalla la sua espressione si fa più sicura. Sembra il fiero padre di troppi figli.

Carla non capisce bene come ha fatto a trovarselo davanti .
Ricorda solo che Barbara, amica azzanna cuore, la stava bombardando con
un attimo di sincera brutalità: "Scordatelo". Il soggetto è Luca:
collega, amico, amante d'un occasione perduta. Sempre un passo avanti
pure nelle relazioni. Lui, sempre lui. Solo lui.
"Che barba.." ma non ditelo davanti a lei.
 E' sensibile.

martedì 24 marzo 2009

Tradurre con il colore

All'inizio per me contavano solo le parole. Antologia di Spoon River: traduzioni di Cesare 
0.B0
Pavese, 
Beppe Fenoglio, Fernanda Pivano, canzoni di Fabrizio de Andrè.

Poi girando per la sala, ho l'impressione di essere più lontana e vicina a quello  che vedo, storie di uomini e donne, quasi brutali nella  sincerità della fine e tenere, struggenti nel rivangare sogni mai colti, strade segnate e fughe mal riuscite.
Cinzia Ghigliano rappresenta con sensibilità i diversi ritratti, l'immagine diventa un completamento naturale delle parole, uno specchio in cui perdersi cogliendo i particolari, le emozioni "tradotte con il colore".   Mi sembra una chiave di lettura efficace, le immagini restano impresse nella memoria. Bello il catalogo.

Mondovì Breo
- Centro Espositivo di Santo
Stefano -


 "Tradurre con il colore - Cinzia
Ghigliano dipinge l'Antologia di Spoon River nelle traduzioni di
Fernanda Pivano, Cesare Pavese, Beppe Fenoglio
, Fabrizio De Andrè
"


dal 21/03  al 26/04
Orari : dal martedì al venerdì, dalle 16 alle 19.30;
          
sabato, domenica e festivi, dalle 10 alle 12;  dalle 16 alle 19.30
Ingresso libero


Immagine tratta dal sito del  comune di Mondovì
Ida Frickey opera di Cinzia Ghigliano

sabato 21 marzo 2009

Tentando di spezzare l'assedio

L'ultimo post risale a 10 giorni fa.

In questo periodo di assenza, il mio blog  è vissuto in uno stato di inconsapevole assedio. Oggi riaprendo Typepad ho trovato 203 messaggi inseriti nella sezione Spam. Duecentotré, mi è servito un momento per convincermi che fossero tutti lì, datati dal 14/03 in poi. 203 intercettati e messi in quarantena, solo uno  ha superato le linea di difesa ed è riuscito a intrufolarsi trai i  pubblicati.

Sono sorpresa, ammirata per come l'antispam ha retto all'impatto. Nel frattempo altri 8 messaggi sono finiti in quarantena. Penso sia ora di intervenire. Rompo il silenzio e spero che i "nemici" battano in ritirata.

    103_0468


martedì 10 marzo 2009

Juventus - Chelsea 2 - 2

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La coppa dalle grande orecchie vola via.


Vedere Nedved uscire dal campo, a pochi minuti
dalll'avvio, stringe il cuore. A lui si deve il sopranname e l'impegno, la
passione nel trascinare i  compagni verso la meta. Lui e la coppa, un
rapporto non sempre facile. La finale 2003 saltata per un cartellino giallo, il
match di stasera abbandonato anzitempo. L'annuncio del  ritiro a fine
stagione rende tutto più amaro.


Iaquinta, in combinazione con  Trezeguet,
porta in vantaggio la Juventus.  I bianconeri, pareggiati i conti con
l'andata, rallentano.   Il Chelsea si fa avanti, una punizione
inesistente da lo spunto per una rete, fantasma reale.  Prima di tornare
negli  spogliatoi, Essien, reduce da un brutto infortunio, mette dentro il
goal del pareggio.  E' il gelo. La Juventus per passare il turno ha
bisogno di due goal e maggiore convinzione. La ripresa vede Iaquinta sostituito
da Giovinco. I bianconeri sembrano riprendere nuovo vigore anche se gli attaccanti
sono a corto di centimetri nei confronti con i Blues.  Al '70 giunge
la tegola Chiellini, fuori per doppia ammonizione.  Dopo un paio di
minuti, una punizione di Del Piero viene parata dalla barriera.
Parapiglia. Cech assiste alla scena sdraiato nella sua area, abbracciando il
pallone. Rigore. Capitan Del Piero va sul dischetto e spiazza il portiere. Si
torna a sperare, basta un goal per la qualificazione. Trezeguet lascia il posto
a Amauri. I bianconeri, in dieci, ci credono e sembrano avere una marcia in più
almeno fino a quando il goal viene segnato nella porta "sbagliata".
Drogba aveva dato inizio alle danze a Londra e le conclude a Torino
sorprendendo Buffon. Alla Juve per passare servono due goal  che rimangono
scritti sul libro dei sogni.


  L'avventura finisce stasera e pur gridando
"Grazie ragazzi" rimane il rimpianto, la sensazione di essere andati
vicino all'impresa,  consapevoli che il  peso delle
assenze ha influito sull'esito dell'incontro.


domenica 8 marzo 2009

Revolutionary Road

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l'incompiuta


Leonardo di Caprio, Kate Winslet


Regia Sam Mendes Gran Bretagna/USA 2008 119 minuti Trama


-America, anni '50 -


Frank e April . I loro sguardi si
incrociano a una festa. Li ritroviamo la sera in cui lei calca il palcoscenico S3262288_2
di un piccolo
teatro, senza successo. Intuiamo poi che si sono sposati, April ha visto
vanificarsi il suo sogno di ragazza.  Frank ha
assecondato la moglie, nelle aspirazioni artistiche, senza capirla fino in
fondo. Gli sembra di essere un bravo marito ma non accetta la frustrazione
della consorte, lo fa sentire messo in discussione, debole, lui che insegue il bisogno di non essere come suo padre.


La sera, mentre tornano a casa,
si consuma un feroce litigio. Si fermano ai bordi della strada e si lanciano in
recriminazioni, accuse, ferondosi senza toccarsi.


La vita ricomincia, Frank vive un avventura sul lavoro. April pensa che la felicità  passi attraverso un viaggio  in Francia,  lei a lavorare, mantenendo la famiglia, Frank impegnato a scoprire se stesso. Lui tentenna, poi si fa convincere. Torna il sereno. Chi li conosce pensa siano una coppia speciale, sono  un pò scettici  riguardo al progetto, forse anche un pò invidiosi della loro fuga dal grigiore della quotidianità. Tutto sembra pronto. April è entusiasta, Frank più cauto. Poi si mette di mezzo la vita. Una serie di coincidenze che rendono sempre più folle affrontare il viaggio, le incognite di un futuro  incerto. Frank cede  al senso di responsabilità, alla necessità di tenere i piedi per terra. April no, ha cambiato i suoi sogni ma non li vuole abbandonare. C'è uno scontro più cruento degli altri e poi..



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Il film lascia addosso una sensazione di
impotenza. Ci si muove come estranei su questa terra e non basta l’amore a
superare le difficoltà, certe volte
esalta solo la frustrazione, la rabbia per situazioni che non sembrano avere
una via d’uscita o un punto di incontro.

giovedì 5 marzo 2009

Vuoti a rendere

Film ceco, delizioso.


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Praga - Josef Tkaloun è un insegnante
sessantacinquenne, decide di lasciare la scuola perchè non è felice, tra lui e
i suoi alunni non c'è più comunicazione.


Josef vive un periodo di insofferenza, che coinvolge anche la sfera
amorosa, la vita matrimoniale si è assestata su binari ormai stanchi,
le notti dell'uomo sono riempite da fantisticherie su un ex collega. Sente  di non essere ancora pronto per  una vita da pensionato, le passeggiate al
parco e l'abitudinaria vita domestica.  In famiglia non capiscono questa sua necessità di continuare a lavorare. 


Josef viene assunto in un supermercato, deve smistare le bottiglie vuote.  La finestra dove si affaccia per ritirVuoti_1are i vuoti, è uno speciale punto di osservazione sul mondo. Conosce nuove persone, si sente utile. Cambia il suo modo di rapportarsi agli altri, diventa più indulgente, quasi complice nel provare ad alleviare le umane solitudini che incontra. Si cimenta come novello cupido, consigliere nella spesa, dispensatore di sorrisi e parole gentili.


Quando Eliska, la moglie, viene corteggiata da un uomo a cui impartisce lezioni si scopre geloso e...


 Film umano, vivo, leggero, ironico e a tratti tenero. Un piccolo viaggio. Lancia spunti di riflessione sulle difficoltà di invecchiare, la necessità di reinventarsi senza perdere di vista chi ci sta accanto, la tecnologia che non può tutto, l'amore come compagno e rifugio, il sogno che si perde nella realtà, l'importanza di non chiuderci in noi stessi.


Bella la musica. Josef, il protagonista, somiglia vagamente a Sean Connery. Ci si affezionato presto a lui, al suo carattere scorbutico , alla sua necessità di trovare una dimensione, un equilibrio, ricerca che non ha età o data di scadenza.


immagine tratta da www.mymovies.it


martedì 3 marzo 2009

Il Mourinho parlante

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Mi chiedo come abbia fatto, l'Italia calcistica, a vivere,
fino a ora,  senza Mourinho. Con il suo arrivo è  come se si fosse
accesa la luce, tutto appare più chiaro. 



Ricordo quando  disse ai suoi
giocatori  "Il primo scudetto l'avete vinto in segreteria, il secondo
senza avversari, il terzo all'ultimo minuto. Siete proprio una squadra
di...".  Rimasi colpita, parlare con una tale linearità di pensiero
dell'operato interista, senza indulgenze o timori auto reverenziali mi sembrò
innovativo.



Oggi, ascoltando la conferenza dell'allenatore
interista, ho avuto conferma del fatto che sia un uomo fuori dal comune.
Generosamente ha pensato di iniziare parlando dei problemi dei suoi avversari. Si
è poi prodigato nel dare consigli  ai suoi colleghi allenatori, su come
usare i mezzi di comunicazione. Infine si è impegnato a moviolare i match
giocati dalla Juventus, fornendo una breve quanto efficace lezione agli
arbitri. Bello spettacolo, mi prenoto anche per i prossimi, ormai mi ha
conquistata.



So che non ha moviolato l'Inter solo per
questione di tempo. La prossima volta presenterà un conto preciso  dei
punti ottenuti dai nerazzurri grazie a errori arbitrali, colpi di mano, tuffi
carpiati e si ergerà, con coraggio, a paladino di se stesso.

In attesa di un titolo

Si strinse nella giacca.
Chiuse gli occhi e aspettò.
Un'ora e poi due, la notte scese sul suo viso.
Un tratto di orologio, il giorno lo riportò al suo posto.
Non era cambiato nulla.
Aveva supero un tratto  di mare e altra acqua si profilava all'orizzonte.
...

domenica 1 marzo 2009

Alcune riflessioni sul "metodo" Baricco

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Qualche giorno fa,  Baricco ha scritto della necessità di ripensare
l'intervento pubblico in questi tempi di crisi.


 E’ un articolo che fa riflettere. Lancia spunti, propone
soluzioni, scatena discussioni. Provo a dire la mia.


L'idea di spostare i finanziamenti pubblici dai teatri a
scuola e televisione non mi convince.
Chiudere i teatri stabili, non organizzare  più festival, liberarsi
delle  fondazioni e lasciare spazio a privati definiti “maturi”, penso
porti a un livellamento, un impoverimento dei contenuti e della creatività.
Ogni opera sarebbe  misurata in termini di profitto. E’ giusto chiedersi
se in un mondo teatrale fatto solo di privati ci sarebbe spazio per scommesse
che non possono dare  un ritorno economico immediato.  Il denaro
pubblico dovrebbe intervenire per garantire accessibilità economica e qualità
del prodotto. Missione non facile.


La televisione è un esempio di come privato e cultura siano
mondi non sempre conciliabili. Investire in Tv per avere un programma che parli
di libri in prima serata o che trasmetta un opera teatrale infischiandosene
dell’auditel, che risultati può produrre? Ci possiamo accontentare del fatto
che con i soldi si arriva dappertutto, anche in prima serata per la gioia di
chi già ama libri e teatro? No, dobbiamo cercare di allargare
l’uditorio,  usare la visibilità televisiva per raggiungere persone che
solitamente non leggono e non vanno a teatro. Se però il programma di libri, la
rappresentazione teatrale si scontra con un reality, quali “armi” può usare, per
farsi scegliere?  Una
serata dedicata alla cultura, a settimana, sembra una deliziosa quanto debole
battaglia contro i mulini a vento della serie: chi ama ringrazia e chi non
conosce ignora.


La televisione può essere d'aiuto nel formare un pubblico
consapevole se ripensata nel suo insieme, come  mezzo in grado di fornire
un servizio e non solo specchio rotto votato al profitto.


Come sempre un ruolo importante l'hanno scuola e famiglia
che dovrebbero creare le basi e stimolare i ragazzi per farlo diventare un
pubblico colto, consapevole, moderno. La scuola ha bisogno di fondi, idee però
togliere finanziamenti pubblici alla cultura  per finanziare la scuola non
è automaticamente un operazione corretta. 


Sono d'accordo
sulla necessità di ripensare l'intervento pubblico
nell'ambito culturale. Evitare gli sprechi, riuscere a centrare gli
obiettivi con efficacia. Migliorare la comunicazione. Tirarsi fuori è un gesto sbagliato, poco coraggioso, dimentico delle buone cose che si stanno facendo.


Quanto proposto da Baricco  mi sembra il
frutto di un pensar veloce, non una soluzione. Funziona
meglio come provocazione.