domenica 30 dicembre 2012

2013 WOMEN CHALLENGE

Questa è la prima sfida di lettura a cui partecipo. Mi piace il fatto che duri un anno, è strutturata su più livelli - io punto al Livello 2: GIRLS POWER - e  soprattutto invoglia a leggere più libri di scrittrici femminili.

Qui  riporto  le regole pubblicate sul blog   PeeK a Book .
La sfida ci invoglierà a leggere più libri scritti da donne, di qualsiasi genere siano, scegliete pure quello che preferite e partecipate!

Decidete il vostro livello e, se vi va, lasciatemi un commento a questo articolo elencando le vostre 3 autrici preferite, in modo da suggerire nuovi nomi anche agli altri partecipanti. 


Ecco le mie (sono le prime che mi vengono in mente):

* Isabel Allende
* Marcela Serrano
* Kathy Reichs


Regole:
* chiunque può partecipare;
* non è necessario avere un blog per partecipare. Se non hai un blog lasciami cortesemente un commento con un link (se le pubblichi da qualche parte) alle tue recensioni o con la lista dei libri che leggerai man mano e il livello che hai scelto;
* è permessa la lettura di audiolibri, e-books, libri "normali" e riletture;
* per i blogger: crea un post di iscrizione (tipo questo che ho scritto io) e posta il link sul linky che trovi qui sotto;
* la sfida durerà dal 1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2013.


Livelli:
Livello 1: BABY GIRL - leggi da 1 a 5 libri scritti da un'autrice donna
Livello 2: GIRLS POWER - leggi da 6 a 10 libri scritti da un'autrice donna
Livello 3: SUPER GIRL - leggi da 11 a 15 libri scritti da un'autrice donna
Livello 4: WONDER WOMAN - leggi più di 16 libri scritti da un'autrice donna


Buona lettura!

giovedì 27 dicembre 2012

Le chiavi

Questo racconto ha partecipato  al concorso  indetto da La Stampa "Rivesti l'eroe"
Una mattina rientravo a casa dopo
aver fatto la spesa.  Tenevo George peppardil sacchetto appoggiato alla spalla sinistra mentre
facevo scorrere le  chiavi tra le dita
fino a  individuare quella che apriva il
portone. La trovai quasi subito, dopo averla girata nella toppa un paio di
volte feci ruotare il pomello ed entrai.


Erano le nove del mattino e la
mia vicina di casa camminava avanti e indietro davanti all’ingresso del mio
appartamento. Lei era naturalmente 
sofisticata nel suo tubino nero in un tessuto morbido che su di lei scivolava 
dolcemente, il collo era avvolto da una collana di perle, la testa coperta da
un cappello ampio ornato di un nastro di seta chiaro, i piedi elevati da un
paio di scarpe dal tacco sottile. Pensai che non riusciva ad essere fuori posto
nemmeno  con quel abbigliamento da festa
in società.


AppoggiAudrey_Hepburn_Colazione_da_Tiffanyava le labbra sulla
stanghetta degli occhiali da sole e si guardava intorno come alla ricerca di
qualcosa. Mi feci avanti.


-Buongiorno, aspetta me?-  lei mi guardò sorpresa e sbottò in un – Lei?
No, in verità non aspetto nessuno.


Rimasi un po’ deluso ma non lo
diedi a vedere.


-Signorina, dovrebbe spostarsi.
Vorrei entrare nel mio appartamento.


-Il suo…ah, si il suo
appartamento. Anche io vorrei entrare nel mio. Ma proprio non ricordo dove ho
messo le chiavi. Ieri sera quando sono uscita le ho infilate nella borsetta
come al solito però adesso non ci sono più.


Le sorrisi in un moto di
comprensione.


- Sono cose che capitano vedrà
che presto le ritroverà. Io sono Paul Varjak. - dissi stringendole la mano.


-Varjak? – mi fissò perplessa.


-Si, Paul Varjak - ripetei più
lentamente - il suo nuovo vicino.


-Ah, si. Piacere, gli amici mi
chiamano Holly – disse la donna mentre il suo volto si apriva in un sorriso.


Non potevo abbandonarla sul
pianerottolo.


-Venga dentro, le preparò un
caffé. E’ miracoloso nel far ritrovare le cose.


-Davvero? – fece lei seguendomi
in casa.


(il racconto è ispirato a un brano di Colazione da Tiffany)

martedì 25 dicembre 2012

Istantanee da una tempesta


Nave-tempesta-495x389La
nave imbarcava acqua, Estebàn era al timone da ore, i muscoli delle spalle  si erano irrigiditi e gli sembrava di non poter più muovere le dita.



Intorno a lui il mare, anche l'ultimo bagliore si era
inabissato. L'equipaggio aveva afferrato dei secchi, li riempiva e li rovesciava oltre il
ponte ma non lo faceva abbastanza in fretta, il livello dell'acqua
saliva inesorabile a lambire le caviglie.


Le vele erano state ammainate e
gli alberi nudi restavano soli a respingere il vento. Joselito si era rannicchiato nella coffa, a tratti tentava di sollevare il capo in cerca di un lembo di terra.  L'ufficiale in seconda si era nascosto sottocoperta, in un angolo buio, ove tentava di annegare nel rum il mal di mare che lo affliggeva.


In cambusa  Pencott, il cuoco, inginocchiato su una manciata di fagioli, brandiva un mestolo e provava a  venire a patti con il destino.


Iniziava una lunga notte.


 

martedì 20 novembre 2012

La stazione, il risveglio

Questo racconto partecipa al concorso  indetto da La Stampa "Rivesti l'eroe


Dolly sapeva di non poter parlare di
Serëža.  Anna soffriva troppo al pensiero
di non poter vedere suo figlio e anche Vronskij, la tempesta che aveva sconvolto
la sua placida esistenza, sembrava ormai un argomento scomodo. La conversazione
si trascinava lenta. Guardava la sua amica tormentarsi nervosamente le mani
mentre parlavano del tempo, dei domestici sempre più ingrati e della nuova
brillante stagione che stava per iniziare a Mosca.


Il suo contributo si limitava a
stanchi monosillabi. Gli occhi continuavano a fissare la tenda e il brandello
di vetro che restava scoperto, come una via di fuga che attendeva di essere
colta.  Anna si alzò di scatto dando
l’impressione di avere ricordato qualcosa. Le rivolse un sorriso dolce,
stringendole la mano, disse – Amica mia, devo proprio andare. Oggi è un giorno
importante ed io... – qui si fermò - …io devo fare quello che è giusto. –
concluse in un soffio.  Dolly provò a
trattenerla  – Anna, spiegami per
favore…- mormorò. La donna  non si voltò
e Dolly dopo pochi istanti la vide percorrere il vialetto che si snodava fino
alla strada principale.


Anna indossava scarpe di capretto
che le fasciavano i piedi come guanti, create su misura da M. Landier, il
calzolaio più celebre di San Pietroburgo. Erano, insieme alla cappa di
ermellino che la donna aveva avvolto intorno al lungo collo sottile, l’unico
vezzo che le era rimasto, testimoni di un passato da cui si era dovuta separare.


In  un mattino d’autunno, illuminato da un
pallido sole, Anna era uscita da quella casa perché le sembrava di soffocare,
sentiva il peso di ogni parola che a forza si costringeva a pronunciare. Prima
di rendersene conto era giunta in prossimità della stazione. Il piccolo
edificio bianco era cinto da una staccionata dipinta di scuro.  Entrò, fece un cenno di saluto al
capostazione, e si avviò verso la banchina. Una piccola folla era assiepata in
attesa del treno per Mosca che doveva transitare di lì a pochi minuti. Vide un
paio di matrone che conosceva, per averle incontrate nel salotto di Dolly,
voltarsi dall’altra parte per evitare di salutarla. Sentì qualcosa abbattersi
contro la sua gonna . Abbassò gli occhi e vide un cerchio, si chino a
raccoglierlo.  Un bambino, avrà avuto
l’età  di Serëža, si avvicinò e con
espressione timida  disse – Scusi
signora, proprio non l’avevo vista. Per favore mi restituisce il cerchio. Anna
sorrise per rassicuralo – Tieni, piccolo – disse accarezzandogli il viso. Lo vide
afferrare il cerchio e correre via felice.


Il suo bambino  ormai non le apparteneva più, da tempo si
faceva strada in lei il pensiero che sarebbe cresciuto meglio senza doverla
incontrare. Vronskij ormai la tradiva apertamente.  La donna fece qualche passo, vide una
nuvola  grigia profilarsi all’orizzonte e
farsi sempre più grande, poi giunse il suono sferragliante dei pistoni, infine
il profilo della locomotiva che si faceva sempre più nitida. Anna avanzò, il
piede non trovando appoggio scivolò e con lui il resto del corpo. Poi fu il
buio.


(il racconto è ispirato a un brano di Anna Karenina)


martedì 25 settembre 2012

La corsa

Cavalli e cavalieri sono
allineati. Una dama,  con una mano si fa
schermo dal sole, con l’altra abbassa un fazzoletto di seta.


E’ il segnale. I cavalli si
lanciano al galoppo. Le zampe si muovono in fretta al punto da sembrare
Degasche non
tocchino terra.  Saltano una siepe. Star
è davanti di un incollatura, prosegue, il muso allungato nello sforzo. Un
cavallo esita dinanzi ad un ostacolo, si impenna, ha paura. Il cavaliere viene
scagliato per terra. Il cavallo ha un ripensamento, fa qualche passo indietro,
salta e prosegue da solo.


 Si alza un velo di polvere, la terra conserva
il ricordo di tuoni che si ripetono  nel
disegno di un temporale.  Tre animali
sono davanti agli altri, sospinti dagli incoraggiamenti del pubblico, tesi
verso il traguardo.  Uno di questi all’improvviso
stramazza al suolo portandosi dietro il cavaliere. Le zampe  del cavallo si muovono nell’aria nel vano
tentativo di ritrovare la terra. Il cavaliere si sfila da sotto l’animale, lo
osserva accigliato mentre persone gli si fanno intorno.  L’uomo chiede una pistola - gli viene data -
carica un colpo, si avvicina. Chiede di fare spazio,  si inginocchia, le dita percorrono il muso
del cavallo in una carezza. Avvicina la canna della pistola alla tempia dell’animale
e spara. Intorno si fa silenzio.

giovedì 30 agosto 2012

Eclissi

Piove.  Fitte gocce  scendono a terra.  Si sono formati le prime pozzanghere in cui si riflette la luce dei lampioni, insuffiente nel rischiarare la strada. Un uomo corre,  sul marciapiede deserto, in direzione della fermata del Metro. Indossa un impermeabile beige i cui lembi sembrano sospesi dietro di lui, quasi contrari alla direzione che ha preso.  Paul prosegue, scende i pochi gradini, arriva fino dinanzi alla sbarra. Non ha guardato la direzione. Non gli importa. Ma a quel punto ricorda di non avere biglietti ne soldi. Una signora dietro di lui inizia a mostrarsi impaziente, Paul si sposta di lato, attaccato al muro di piastrelle bianche e pubblicità di  film e spettacoli.  Un rifugio provvisorio.  


Poco distante una donna è ferma davanti a un portone, la pioggia le ha appiattito i capelli che scivolano ai lati del viso con la grazia di  rivoli di acqua che si intrecciano. Deve cercare le chiavi, una mano è  infilata nella tasca, l'altra contro il portone, il pugno chiuso appoggiato come un bussare pentito. Le dita nella tasca incontrano qualcosa di freddo, un brivido la avvolge mentre  afferra le chiavi e le solleva infilandole nella toppa. Due giri. La maniglia si abbassa. E' ancora chiusa. Ancora un giro e può entrare. L'atrio si illumina. Claire chiude  la porta dietro di sè e scivola a terra, la calza smagliata, le ginocchia a contatto con il marmo, gli occhi rivolti al pavimento.


Un lampo illumina il cielo seguito a poca distanza da un tuono fragoroso.  Paul si riscuote dal suo torpore, ripercorre i gradini, esce in superficie, l'acqua lo investe implacabile, il cielo è macchiato di lampi, l'uomo ripercorre il tratto di marciapiede in direzione contraria, fino ad arrivare davanti a un portone. Sta per suonare quando lo vede aprirsi lentamente. Nell'ingresso si staglia il profilo di una donna, una pozza d'acqua si allarga ai suoi piedi,   una calza smagliata accentua  la sua espressione smarrita.

venerdì 20 luglio 2012

Radio Sing Sing

Il cielo è scuro. La luna non c'è, le stelle nemmeno. Una sirena riecheggia in lontananza. Il lampione rilascia a intermittenza un fascio di luce sull'asfalto. Un uomo occupa il lembo di marciapiede vicino al lampione. Indossa un impermeabile grigio, un cappello di feltro è calato sul viso. Calza un paio di scarpe lucide e ha l'aria di uno in attesa. La sigaretta si muove dalla mano alla bocca come una lucciola isterica.


Radio Sing Sing ha preannunciato lo scoppio di un violento temporale a metà della notte. Jackson O'Brian conta di arrivare a casa prima dei lampi e della pioggia. "E' una faccenda da sbrigare in fretta e poi non pensarci più" si dice, accendendo l'ennesima sigaretta.


Due fari puntano nella sua direzione e si avvicinano rapidamente. Jackson fa un balzo indietro. La berlina scura si arresta davanti a lui. Si avvicina, aspetta che il vetro oscurato venga abbassato e sbotta in un "Finalmente sei arrivato." Lo accoglie la canna lucente di una pistola, l'unica cosa visibile all'interno dell'auto. Jackson arretra, dice "No, aspetta... hai capito male..." si volta, fa per allontanarsi e una pallottola lo raggiunge a metà della schiena. Si piega al suolo come una marionetta dai fili spezzati.


E' l'alba, due addetti della nettezza urbana si muovono sul marciapiede  commentando l'ultima vittoria dei Red Sox contro gli Yankees. "I Red Sox sono i migliori" afferma quello più alto, spingendo un carrello. L'altro si ferma, lo prende per un braccio e gli indica una macchia grigia da cui spuntano due scarpe lucide.


Il temporale annunciato da Radio Sing Sing si è appena concluso.

domenica 1 luglio 2012

Gli Azzurri, il sogno, il grande incubo

6a00d83451ca6769e20163065acc28970d-120wiE' finita. Questa è l'unica buona notizia della serata.


Gli Azzurri  fin da subito dimostrano di non riuscire a entrare in partita. La stanchezza accumulata con Inghilterra e Germania si palesa nei movimenti lenti,  in quell'arrivare sempre secondi sulla palla.  Le furie rosse sgusciano da tutte le parti, gli azzurri fanno tenerezza, si guardano alle spalle impauriti.  Gli spagnoli sono veramente solo 11 in campo?  I primi minuti si consumano sotto assedio della porta di Buffon.  Al '13 la Spagna passa in vantaggio, con un uno-due dei suoi, segna Silva. E' il gelo. Una voglia di riscatto che l'Italia non riesce a concretizzare. Chiellini esce per infortunio e viene sostituito da Balzaretti, sul goal si era già visto che era troppo lento,  era meglio non schierarlo piuttosto che doverlo sostituire già al '20, viste le condizioni precarie. 


Balottelli ha buone intenzioni ma prova a fare tutto da solo, ignorando i compagni di squadra, non lo assiste neppure la mira. La Spagna raddoppia prima di tornare negli spogliatoi. Si sprecano gli incoraggiamenti e la consapevolezza che mai nessuno è riuscito a recuperare due goal in una finale dell'Europeo.


Nella ripresa Di Natale al posto di  Cassano che  nei giorni scorsi aveva manifestato propositi di vendetta nei confronti della Spagna - il periodo al Real è stato per lui  ricco di insoddisfazioni - e non è riuscito a realizzarli. Di Natale si mostra pericoloso in un paio di occasioni. Partita dura ma possibile almeno fino al '59, quando  Thiago Motta che ha preso il posto di Montolivo si infortuna.  Il Ct Prandelli non ha più a disposizione sostituzioni. Gli Azzurri stringono i denti e continuano.  Con il passare dei minuti anche Balzaretti, Bonucci e Abate, pur restando in campo, denunciano problemi fisici. Le Furie rosse infieriscono facendo altri due goal per entrando nella storia e perdono un pò di signorilità.  Giocando 11 contro 7, 8 giocatori in salute - seppure stanchissimi - insistere nel fare goal, quando già si stà vincendo,  non è un gesto   nè di  abilità  nè di coraggio,  non brilla neppure per sportività.


Per quanto visto in campo la Spagna è stata superiore e ha meritato di vincere.  Dispiace che gli Azzurri non abbiano potuto giocarsela. l'Italia ha dovuto pagare il conto, ieri sera, per gli sforzi fatti lungo tutto l'Europeo. E' mancato il tempo per ricaricare le batterie, gli infortuni e un paio di scelte opinabili di Prandelli hanno fatto il resto.


Grazie Azzurri! E' stato un Europeo bellissimo nonostante la finale. Prandelli bravo comunque a costruire e motivare la squadra.


 

Spagna-Italia Intervallo

La palla è rotonda, la partita difficile. Gli Azzurri patisco gli sforzi fatti nei giorni scorsi, fanno tenerezza, sono impauriti, si  guardano le spalle e intanto le furie rosse dilagano.  Lo  so che sul 2 a 0 la partita è compromessa però vorrei, almeno per un tempo, vedere l'Italia giocare come sa, coraggiosa, consapevole dei propri mezzi,  ostica. Vorrei che Balotelli si ricordasse di giocare in un gruppo e non provasse a fare tutto da solo sparacchiando a casaccio o almeno che aggiustasse la mira. Vorrei questo  e mille altre cose. Inizia il secondo tempo. Pronti. Via


Forza Azzurri!

giovedì 28 giugno 2012

Italia in finale, domina e si dimostra concreta

6a00d83451ca6769e20163065acc28970d-120wiL'Italia vince per 2-1 contro la Germania nell'emozionante semifinale giocata in Polonia. 


La novità è Balzaretti in difesa, sulla destra,  al posto di Abate indisponibile. In avanti Balottelli e Cassano. Nonostante i due giorni in meno di riposo gli Azzurri si dimostrano intrepidi, bravi nnel costruir gioco e limitare l'azione tedesca. Al 20'  Balottelli segna di testa su imbeccata di Cassano. Goal del vantaggio Azzurro che fa ben sperare. I tedeschi provano a reagire ma senza rendersi pericolosi. Al '38 del primo tempo Balotelli fa il bis su passaggio di Montolivo.  Il primo tempo si chiude sul 2 a 0.


Nel secondo tempo il Ct tedesco opera subito due sostituzioni, ma la sua squadra fatica a reagire le poche occasioni sono sventate da Buffon e dalla difesa azzurra.  L'Italia ha delle buone occasioni per fare il terzo goal con Marchisio e Di Natala ma  portiere e pali  non le consentono di segnare.


Diamanti sostituisce Cassano, Di Natale viene inserito al posto di  Balottelli  e Thiago Silva prende il posto di Montolivo. Il rigore segnato dalla Germania al '91 provoca qualche brivido per fortuna senza conseguenze.


L'Italia è in finale, meraviglioso.

lunedì 25 giugno 2012

0.39 una sigaretta

La fermata era due curve prima del paese.


Si scendeva e si proseguiva  a piedi. Bisognava fare attenzione a non intralciare l'autista che intanto faceva manovra e puntava il muso dell'autobus verso la pianura. Un concetto astratto distante curve e minuti ma sempre presente nella mente dell'uomo che  ogni giorno percorreva quella strada in cui si alternavano salite e discese, punti stretti in cui rallentare,  la sensazione di arrivare a un passo dal cielo e doversi fermare prima  in quello spiazzo due curve sotto il paese, l'ultimo dove poteva fare manovra.


I passeggeri si davano il cambio sui sedili.  L'uomo dopo aver posizionato  il muso dell'autobus verso la pianura, casa sua era nel primo paese di fondo valle, scendeva e si sedeva su un tronco. Sempre lo stesso, estate e inverno, quando il tempo era asciutto. Si sedeva, le gambe piegate, una mano infilata nella tasca a riportare in superficie tabacco e cartine che appoggiava sulle ginocchia. Poi prendeva una cartina  e la stendeva su una gamba come un lenzuolo in cerca del sole. Faceva piovere sopra del tabacco che distribuiva  al centro, sembrava una montagna solitaria  cresciuta in una pianura. A quel punto sollevava la cartina e la arrotolava  umettandone i bordi  con  la lingua per farla aderire. Infine se la infilava tra le labbra, affondava la mano nell'altra tasca e riemergeva con l'accendino  verde bottiglia striato di blu. Lo faceva schioccare, si alzava una livida fiamma che toccava prima la carta e poi il tabacco facendoli diventare iridescenti, infine si spegneva. Sembrava un passaggio di consegne tra l'accendino e la sigaretta, come due staffette con il testimone. Un momento quasi magico.  Solitamente era a quel punto che l'uomo si ricordava dell'autobus e dei passeggeri in attesa di partire.  Tirava due boccate nervose, aspirava il fumo e tossicchiava  a singhiozzo. La sigaretta finiva per terra prima di essere consumata a metà. Toccava l'asfalto,  irradiava stanche volute di fumo finchè l'uomo la schiacciava sfregandola con la punta. Infine l'autista si muoveva verso l'autobus, chiudeva la stiva,  gridava "Si parte" e tornava a sognare il cielo.

domenica 24 giugno 2012

Il cucchiaio di Pirlo segna la riscossa Azzurra.

Inghilterra - Italia  2  - 4


Gli Azzurri arrivano ai tiri dal dischetto consapevoli di aver dominato la partita quanto a possesso palla, passaggi utili e occasioni create. Meritano di vincere e ne sono consapevoli ma questo non basta. Non si vince ai punti, la palla è rotonda e spesso imprevedibile. I giocatori Azzurri sono stremati e bisogna scegliere i rigoristi.  Il CT Prandelli si confronta con il  vice, con i suoi ragazzi e consegna la lista.


Si inizia. Balotelli contro il compagno di   club Hart,  segna. Gerrard, il capitano inglese,  sigla l'1 a 1.  E' il turno di Montolivo, il portiere inglese si sbraccia, fa le smorfie e la palla va fuori. Disperazione, Rooney posiziona il pallone sul dischetto e batte il portierone Azzurro Gigi Buffon. L'Inghilterra è avanti di un goal si profilano pensieri foschi, la sensazione di un'ingiustizia che potrebbe compiersi. Arriva Pirlo, calmo posiziona il pallone sul dischetto, guarda il portiere avversario agitarsi tentando di distrarlo e non si scompone. Aspetta che Hart si tuffi e poi segna un irriverente cucchiaio.  Strappa un sorriso di sollievo, stempera la tensione,  da coraggio ai compagni che devono ancora tirare e intimorisce gli avversari che si presentano sul dischetto e sbagliano colpendo la traversa o  facendosi parare il rigore da Buffon. Nocerino e poi Diamante segnano. Meraviglioso, l'Italia ha vinto, passa alle semifinali. Affronterà giovedì la Germania.


Passaggio del turno meritato, in maniera incredibile. Questa è una squadra capace di far innamorare. Grazie Azzurri!






lunedì 18 giugno 2012

Gli Azzurri passano il turno, che fatica

6a00d83451ca6769e20163065acc28970d-120wiL'Irlanda dimostra fin dal primo minuto di voler fare la sua partita, senza sconti.  Gli Azzurri, contratti, sembrano sentire il peso della responsabilità. I quattro cambi, promessi da Prandelli, ci sono stati. Balottelli in panchina lascia spazio a Di Natale. Balzaretti, Barzagli e Abate sono le altre novità. Devono vincere tenendo d'occhio l'altro match del girone C che vede affrontarsi Spagna e  Croazia. Si gioca in contemporanea. 


L'Italia prova a farsi avanti e prendere coraggio. Il goal di Cassano al '35 del primo tempo arriva come una liberazione.   Si  va nello spogliatoio sull'1 a 0. L'Italia  rientra in campo  con l'intenzione di raddoppiare. Ma non le riesce. Almeno, non subito. Chiellini si infortuna ed entra Bonucci. Diamante sostituisce Cassano e Balottelli entra al posto di Di Natale. La tensione è alta, sembra un film già visto nei match precedenti. Basta  un errore e un pareggio segnerebbe il rientro a casa senza scuse, senza giustificazioni.   Un occhio al cronometro  e uno al campo, il tempo che sembra inceppato. Spagna e Croazia un pensiero ricorrente. Il goal del raddoppio non arriva. Ci sono scontri, gomiti troppo alti, nervosismo. Balottelli appena entrato rischia di farsi espellere per una gomitata che per fortuna non va a segno. Balottelli è lento, impreciso, involuto. Non lo si comprende. La Spagna intanto è passata in vantaggio.


Un irlandese, ammonito,  viene espulso per proteste e scaglia il pallone contro il CT azzurro.  Siamo al '90 e Mario Balottelli segna il goal che non ti aspetti, con una tranquillità disarmante che ti fa incavolare pensando alle volte che si trascina lento per il campo e si muove contro tutti, istintivo rissoso, dimenticando di essere lì prima di tutto per giocare a calcio.    Sembra tutto fatto. I commentatori  Rai gridano che serve il terzo goal. Io non capisco perchè, mi sono persa  nel calcolo dei goal fatti e subiti, degli scontri diretti. Nella mia beata ignoranza scopro solo dopo il fischio finale che bastava un pareggio 1 a 1 di Spagna e Croazia per interrompere il sogno europeo degli Azzurri.


Che dire, missione compiuta. L'italia passa il turno ma quanta fatica. 

Biscottificio azzurro

Ora che l'Italia ha passato il turno possiamo dirlo, a volte riusciamo  a essere ridicoli. Lo sponsor 6a00d83451ca6769e20163065acc28970d-120wiSharp  chiede "Quanto sono emotivi gli italiani?"  Troppo.  Emotivi, complottisti incapaci  di fare autocritica e di comprendere quando è meglio tacere.  I giocatori azzurri non avevano ancora finito la doccia dopo il match pareggiato con la Croazia e già i giornalisti   vaticinavano un possibile biscotto fabbricato da  Spagna e Croazia. Si dava per scontata la vittoria con l'Irlanda -  questa sera abbiamo visto quanto il risultato è stato  incerto fino al novantesimo - lamentando che poteva non bastare per passare il turno. Suona stonato accusare gli altri di pratiche che, stando all'indagine sul calcio scommesse, in Italia sembrano pratica comune quanto indigesta. Non si può guardare la pagliuzza nell'occhio del vicino se non si riesce a riconoscere la trave nel proprio.


Gli Azzurri sono abituati  a dar via le chiavi del proprio destino, aspettare che un'altra squadra (vedi Spagna) faccia il proprio dovere, vincendo anche quando non le è strettamente necessario (in bilico era il primo posto del girone),  per poter guardare avanti e sperare nel futuro. Il tiriamo a campare non è una mentalità da grande squadra.

sabato 16 giugno 2012

Forse si sente osservato

Img_1331565386_i Due uomini, spettatori clandestini, favoriti da un telo bucato.  L'uomo con la bombetta si stacca dal telo e si volta. Forse si sente osservato. Un ragazzo si sta muovendo nella sua direzione. Tiene in mano  uno strano marchingegno e se fosse una guardia in borghese? Il match è in pieno svolgimento, il risultato incerto. Che fare? Fingere indifferenza ed allontonarsi. Ormai è tardi. Scappare. Sarebbe inseguito e raggiunto. Un ultima occhiata. Ecco quello che farà, conserverà l'immagine di ventidue uomini in calzoncini corti intenti a rincorrere una palla cucita nel cuoio. Il finale del match lo disegnerà lui e sarà emozionante, combattuto e vinceranno i suoi ma solo al novantesimo, due secondi prima del  triplice fischio finale.


 Fotogafia di Henry Cartier-Bresson

giovedì 14 giugno 2012

Fragilità Azzurra

Italia - Croazia 1- 1  


Gli Azzurri sono in piena sindromeEuro-2012-logo pareggite. La splendida punizione di Pirlo non è bastata a conquistare i tre punti. Nel primo tempo gli azzurri non sono stati capaci di concrertizzare le occasioni create. La ripresa inizia male e vede concretizzarsi il pareggio croato.  Balottelli e Cassano continuano a non segnare.  Errore di Chiellini sul goal croato.  Ora l'Italia è costretta  a vincere contro l'Irlanda lunedì per sperare nella qualificazione.  Il CT Prandelli ha sbagliato la formazione e tardato nei cambi.

lunedì 11 giugno 2012

Carminia

Il fiore si richiuse e iniziò a oscillare come mosso dal vento.  Diede un paio di strattoni più forti e infine si fermò. 


Paco era seduto a pochi passi dal fiore,  appoggiato a un tavolo, provava a preparare un esame. Per qualche istante osservò la sua danza, come ipnotizzato, poi sbottò in un:


- Sta masticando  - e lo ripetè più sommessamente quasi a se stesso - Sta masticando


Non si spinse oltre. Un brivido percorse la sua schiena. Gli sembrava che la pianta potesse capire i suoi pensiCarminiaeri, rimanerci male e meditare vendetta.  Non si era ancora abituato  ad averla in casa.  "L'amarillis villipendis cave è un fiore pieno di personalità" aveva detto Miranda il giorno che l'aveva acquistata  al mercato.  La ragazza aveva pronunciato quelle parole   con l'intonazione seria e convinta che doveva avere sentito usare al contadino da cui l'aveva trovata. Un fiore rosso dai lunghi petali, qualche foglia svogliata e un appetito indecente. All'opera da mattino  a sera. Vittime principali gli insetti. Ma erano sufficienti?


A Paco metteva inquietudine, la teneva sul balcone e già gli sembrava troppo. Troppo vicina, troppo famelica, forse pericolosa. Un paio di notti era venuta a cercarlo nei sogni, l'aveva rincorso spalancando i petali ed era quasi riuscita ad afferrargli una gamba. Paco aveva avuto l'impressione di poter contarne i denti uno ad uno e a quel punto si era svegliato intriso di sudore freddo e incerto se i denti fossero 33 o 34   invariabilmente  aguzzi e crudeli.


Sciocchezze masticò  amaro Paco che era costretto a occuparsene fino a quando sua sorella non si decideva a tornare dalla Florida. Sciocchezze pensò dandole un'ultima occhiata obliqua. Aveva riaperto i petali a ventaglio. Il ragazzo tornò a guardare il libro. Di slanciò sottolineò il termine onomatopea. Ricordava di averlo sentito  usare in qualche punto a lezione - Deve essere importante -  decise,  andando a cercare la nota in fondo alla pagina.   La lesse  a voce  alta scandendo ogni lettera:


- Parola o locuzione che imita rumori o versi di animali ...


Non prestò attenzione all'ombra rossastra che si profilava sopra di lui. Si chiuse in un lampo e Paco era dentro, protagonista della danza che aveva osservato - Sta masticando - urlò, in un agosto deserto,  mentre le forze gli venivano meno. Non fece in tempo a precisare - Mi sta masticando. 


Il fiore infine si arrestò  e dischiuse i petali al sole.

domenica 10 giugno 2012

Un calcio falso

Euro-2012-logoSiamo più o meno consapevoli dello scandalo del  calcio scommesse. Le indagini ancora in corso, i processi che si celebreranno, i sospetti  e quella persistente sensazione di nausea che si prova sentendo parlare di calcio.  


Gli europei sono iniziati e bisogna provare a tifare Italia vincendo lo schifo vissuto leggendo dell'ennesimo scandalo che infesta il calcio italiano. E' una missione difficile provare ad appassionarsi di nuovo a questo sport, dimenticare per un attimo la sensazione di presa in giro reiterata. Però si affronta. Europeo, azzurri in campo, bandiere che sventolano e voglia di tifare, di sperare che almeno la nazionale  possa regalare qualche soddisfazione oltre la logica e il buon senso.


Mi sembra irritante che ogni tre per due gli spot che accompagnano questa manifestazione sportiva promuovano siti di scommesse. Probabilmente possono vantare tutti i crismi della legalità,  insistenti con i loro slogan "scommetti a un livello più alto"  e "ti aspettano quote da numero 1", ligi nel dichiarare il divieto ai minori di diciotto anni. Un buon mezzo per sperperare soldi e fare disprezzare il calcio. E' questo lo scopo di un Europeo?

Italia, un buon inizio

Euro-2012-logoLo scandalo scommesse,  gli infortuni, i dubbi sull'assetto, la disastrosa amichevole contro la Russia ancora negli occhi.  Per gli azzurri l'Europeo parte  in salita, hanno di fronte i campioni in carica d'Europa e del Mondo. Le furie rosse che però sono riuscite a battere l'Italia,  in passato,  solo ai rigori. 


Fischio d'inizio e l'Italia da l'impressione di essere solida, si propone in avanti. Giaccherini dimostra di non essere intimidito dall'esordio in una grande competizione. De Rossi si pone al centro della difesa con sicurezza, spazza via palloni e contribuisce a creare gioco. Passano i minuti e le buoni impressioni trovano conferma in un buon gioco che si spegne davanti a Casillas. I veri problemi per l'Italia sono in avanti, Cassano non è incisivo, Balottelli nervoso e poco concreto spreca una grande incredibile occasione a inizio secondo tempo.


Il pensiero molesto nel primo tempo è "ci lasceranno sfogare e poi  ci schiacceranno" però  i  minuti passano e gli azzurri continuano a praticare un gioco discreto. Un paio di pericoli per l'Italia, spesso impegnata in difesa, ma nulla di trascendentale.  Il secondo tempo  continua su questa linea. Balottelli viene sostituito da Di Natale che dopo 4 minuti su passaggio di Pirlo supera Casillas. Un goal liberazione meraviglioso ma dopo quattro minuti si torna sulla terra con il pareggio siglato da Fabregas. Entra  Giovinco al posto di Cassano e si dimostra efficace. Partita aperta, paura e coraggio si mescolano nel gioco, nelle occasioni costruite  e sventate fino al novantesimo più tre di recupero.  Finisce 1 a 1.


Bravo il CT Prandelli a  fare le giuste  correzioni in avanti e motivare i giocatori.


Prossimo avversario la Croazia.

martedì 15 maggio 2012

Dark Shadows

Sono andata al cinema a vedere Dark Shadows, l'ultimo film diretto da Tim Burton, che ha per protagonista l'affascinante vampiro Johnny Depp alias Barnabas Collins. In più di un'occasione ho pensato a questo quadro:


Caspar_David_Friedrich(Autore Caspar David Friedrich Titolo Viandante sul mare di nebbia - 1818)


l'immagine affiorava nitida nella mia memoria però non ricordavo il titolo, l'autore. Era stato utilizzato per la copertina di un romanzo.  Ho provato a cercare su google, digitando: "uomo appoggiato a un bastone davanti al mare in tempesta". L'ho trovato. Mi sembra un'immagine così forte, ricca di suggestioni. Un uomo dinanzi alla tempesta, il volto celato, in attesa o smarrito in una riflessione. Lo sconforto, il rimestare dei ricordi. Più storie si intrecciano in questa immagine. E' Barnabas Collins l'uomo del  ritratto? Io ne ho avuto l'impressione.

lunedì 14 maggio 2012

Quello che non ho

Quello che non ho è una camicia bianca
quello che non ho è un segreto in banca
quello che non ho sono le tue pistole
per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole.

Quello che non ho è di farla franca
quello che non ho è quel che non mi manca
quello che non ho sono le tue parole
per guadagnarmi il cielo per conquistarmi il sole.

Quello che non ho è un orologio avanti
per correre più in fretta e avervi più distanti
quello che non ho è un treno arrugginito
che mi riporti indietro da dove sono partito.

Quello che non ho sono i tuoi denti d'oro
quello che non ho è un pranzo di lavoro
quello che non ho è questa prateria
per correre più forte della malinconia.

Quello che non ho sono le mani in pasta
quello che non ho è un indirizzo in tasca
quello che non ho sei tu dalla mia parte
quello che non ho è di fregarti a carte.

Quello che non ho è una camicia bianca
quello che non ho è di farla franca
quello che non ho sono le sue pistole
per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole.

Quello che non ho...


(Fabrizio De Andrè)

martedì 8 maggio 2012

4 minuti

Pensavo di voler scrivere, raccontare storie, inventare mondi eppure le parole non arrivano, le frasi non scorrono. Ogni cosa è riarsa. Non so se è la sindrome della pagina bianca, del post a metà che rimane bozza per mesi e infine cade nell'oblio però mi manca avere un'idea che fiorisce nei momenti più impensati.  Cercare di tenerla a mente finchè non incontro un foglio di carta e una matita. Ripetermi il racconto per non lasciarlo volare via, testarne il ritmo, limarlo, inventare agganci, svolte che lo rendano più articolato.  Tempo scaduto

venerdì 20 aprile 2012

Prima dell'acqua

Fissare un istante...


Images carierDintorni della Gare Saint-Lazaire. Parigi. 


Un uomo percorre una passerella che si interrompe dopo pochi passi lasciando dinanzi a lui uno specchio, una distesa d'acqua immobile. Prima che la scarpa di cuoio entri in contatto con l'acqua piegandosi,  facendo sentire la gamba come uno stantuffo difettoso e prima  che una corrente di gelo si infili lungo la schiena,  giunge Henry Cartier-Bresson a fissare quell'attimo in cui l'uomo sembra sospeso tra passato e futuro.  Insomma prima che piede e acqua si tocchino, si ha l'impressione che una via di fuga sia ancora  possibile, è questione di un attimo. Poi ci sarà l'affondamento, la sensazione di procedere in un guado, la voglia di essere presto dall'altro lato, il disappunto per il fatto di non avere un paio di scarpe di ricambio ma prima c'è una fotografia  ricca di particolari,  lieve e poetica.


Fotogafia di Henry Cartier-Bresson


 

mercoledì 11 aprile 2012

Le vent nous portera...

Nessuno scrive a Palmira. La donna guarda la finestra e il mondo  di là del vetro. I primi raggi di sole affiorano nell'alba. Palmira ha perso i sogni. Trascina il peso di giorni sempre uguali che non può condividere  con nessuno.


Il risveglio. Scrutare il cielo come fondi di caffè.  Aprire il bar, la prima ordinazione, il primo cliente in cerca di parole. Mescolare attesa e fili di lana. Un solo colore, una sciarpa o un calzino purchè sia qualcosa.

Hugo Cabret

Hucobaret_locMeraviglioso, evocativo e affascinante. Di che materia sono fatti i sogni? Forse di celluloide, lo stesso materiale che,  sciolto, è usato per produrre i tacchi delle scarpe.

sabato 31 marzo 2012

Spesso il male di vivero ho incontrato


Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.


Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.


Eugenio Montale


giovedì 29 marzo 2012

Meriggiare pallido e assorto

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

Eugenio Montale

lunedì 26 marzo 2012

incipit

"Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d’estate. Una magnifica giornata d’estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell’imbarazzo di metter su la pagina culturale, perché il “Lisboa” aveva ormai una pagina culturale, e l’avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. Quel bel giorno d’estate, con la brezza atlantica che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene Pereira, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla morte. Perché? Questo a Pereira è impossibile dirlo."


Sostiene Pereira – Antonio Tabucchi

domenica 25 marzo 2012

L'ultima volta che ho visto Parigi

Claire fugge dalla fattoria in cui è nata e si stabilisce a New York. Assume una nuova identità e Image_book.php L'Ultima volta che ho visto Parigisposa un uomo d'affari privo di scrupoli. Ha un ruolo di primo piano nella società  newyorkese e aiuta il marito intrattenendo gli uomini d'affari che sono invitati nella loro casa. Questa vita di agi e lusso si interrompe bruscamente quando un vecchio fidanzato bussa alla sua porta svelando l'inganno al marito.


Claire sa che è in pericolo, decide di fuggire a Parigi alla ricerca di Laurent con cui aveva intessuto una relazione. E' il maggio 1940 l'Europa è in guerra e Parigi è sul punto di essere occupata dai nazisti. Claire ha falsificato i documenti per poter partire, dopo un avventuroso viaggio riesce ad arrivare in città. L'incontro con Laurent è diverso da coma aveva immaginato. Claire vaga per la città con i bagagli, deve cavarsela da sola, incontra una fiorista che si offre di ospitarla e le dona lezioni preziose. L'eleganza, un bene da coltivare anche nei momenti più cupi, una forma di resistenza alla violenza che imperversa intorno a loro.


Claire  si trova a dover combattere per le persone che ama, collabora con la resistenza, rischia più volte la vita, si deve difendere e  prosegue ostinata nella speranza di rivedere l'uomo che ama. Sullo sfondo una città, dei giardini. E' forte la sensazione di percorrere le strade di Parigi insieme a Claire, la protagonista, percepirne l'incertezza e il coraggio. Mi muovevo sulle pagine avanti e indietro per sbirciare come sarebbe andata a finire. Il pensiero è andato a questo libro fino a quando non ho letto l'ultima riga. 


L'ultima volta che ho visto Pargi - Lynn Sheene - Leggere Editore


 

lunedì 12 marzo 2012

Place des Vosges

100_9555Una corolla di case. Tetti di ardesia affiancati. File di mattoni rossi alternati a strisce di decorazioni in pietra calcarea. Mi affaccio da un lato, osservo gli alberi che ombreggiano le panchine. Il verde dei prati ricoperti  a tratti di persone. Mi dirigo verso una panchina in legno verde, siedo, ho in mente un itinerario e lo dimentico.  Osservo i giardinieri che raccolgono le foglie e badano a che la sottile striscia di terra situata tra l'erba e il bordo in ferro battuto sia pulita al punto da poter far rotolare le biglie.  I turisti, con una100_4614 guida tra le mani,  si avvicinano alla statua di Luigi XIII, posta al centro, lì dove le fronde si infittiscono.  Il suono dell'acqua nuota nelle quattro fontane posate negli angoli della piazza.   Apro e chiudo gli occhi, ascolto il rumore del vento che si infila tra i rami. Mi alzo in piedi e  mi inoltro nei bassi  portici,  li percorro  alla ricerca dell'abitazione celebre. Una menzione va a Victor Hugo che visse in uno degli appartamenti ora museo. L'esilio, il dramma di una figlia morta giovane sposa, immagini inconsuete.


100_4630Il profumo di the, le mille miscele che si annidano nelle scatole di una boutique, ove una clessidra può creare  il the a misura di ognuno.   Des objets étranges e un pò solitari smarriti in una vetrina che ha le sembianze di prigione accanto a  statue rombanti e vivaci.


Poi esco dalla piazza e dai portici, ritrovo la strada, una meta ma ho  l'impressione di continuare  a restare seduta su quella panchina ove il tempo scorre indifferente e sembra di restare sospesi in una incantevole  oasi ombreggiata.

domenica 26 febbraio 2012

Recital "Povero Milan danneggiato"

Il goal di Matri annullato era regolare e un giocatore del Milan, Boateng,  andava espulso per fallo da dietro ma di questo non si parla. Questi episodi sfavorevoli alla Juve non rientrano nel recital "Povero Milan danneggiato" che stanno trasmettendo in televisione. Errori arbitrali molteplici, in ambo le direzioni  ma il goal non goal di Muntari sembra l'unica cosa che conti. Insulti in telecronaca, urla e minacce ma su questo non si discute.  Povero calcio, tirato per la giacca e sfruttato.  L'inutile polemica per chissa quanti anni verrà trascinata.  Forza Juve, non ti curar delle polemiche guarda e vai avanti...


 

domenica 19 febbraio 2012

Perchè Sanremo è Sanremo...

SanremoFestival di donne oggetto e soggetto pensante.  Podio in rosa, vince Emma seguita da Arisa e Noemi spinta sul podio dalla golden share* dei giornalisti che hanno cacciato sul quarto gradino Loredana Bertè e Gigi D'Alessio,  Dalla-Carone sono quinti. Chiude il sestetto che conta Dolcenera. Samuele Bersani, Nina Zilli,  Finardi e Renga non pervenuti.


La voce di Emma è molto bella, l'interpretazione prova ad essere intensa,  il testo - attuale - è troppo scollato da lei. Non può essere credibile nel dar voce ad un uomo di mezza età in difficoltà per la crisi economica.


Le mie canzoni preferite sono "Un pallone" metaforicamente coinvolgente. "Nanì"  che mi ha fatto ripensare a Rino Gaetano ed è stata rappresentata con grazia  introspettiva. Irene Fornaciari è stata eliminata troppo presto e Nina Zilli si è confermata una fine interprete. Chiara Civelli, per me, è stata una bella scoperta.


 


* la possibilità di far salire di tre posizioni, rispetto alla classifica risultante dal televoto, un cantante tramite il voto della sala stampa.


 

mercoledì 15 febbraio 2012

Risultato falsato

Due rigori negati, un punto, tre ammonizioni e molta amarerezza, questo è il bottino che la Juve  ha racimolato a Parma.  Nonostante l'ingiustizia che ha subito  è la squadra più bella e fiera del campionato. Forza Juve!

lunedì 13 febbraio 2012

Ex

Nella notte risuonano i passi di un uomo che corre avvolto in un mantello. Passano alcuni secondi e l'eco di una sirena si spande nel rione. Si accende una luce, si apre una finestra. Una donna con indosso una vestaglia di ciniglia lilla si affaccia e vede  l'ombra di un uomo dileguarsi in un vicolo. La donna chiude la finestra, avvolge le braccia intorno al corpo per allontanare il gelo che l'ha avvolta e poi si siede su una sedia.


La vetrina è sfondata mancano una collana e un paio di orologi.

lunedì 16 gennaio 2012

Miracolo inevitabile

Miracolo InevitabileSarà perchè il calcio è una buona metafora della vita, sarà per la capacità di farti sentire nel racconto, soffermare su punti di vista diversi, commuoverti e insieme affascinarti, sarà per questo e mille altre ragioni ancora che è una lettura piacevole, uno dei migliori racconti pubblicati fino a ora in questa collana. Consigliato!




Autore: Edoardo Nesi


Editore: Il Corriere della Sera


                          Collana:  Inediti d'autore n. 11



mercoledì 11 gennaio 2012

La strada che va in città

Image_book.php libro


E se ieri quando Delia poteva scegliere avesse amato lui, se la povertà, il denaro e le convenzioni sociali non contassero così, forse sarebbe un'altra storia. Quanto freddo, disillusione, conformismo e ombra si respira, tragicamente bello.


Autore: Natalie Ginzburg


Editore: Il Sole 24 ore


Collana:  Racconti d'autore n. 11

lunedì 9 gennaio 2012

Les doigts pleins d'encre

Robert Doisneau fotoLe dita piene di inchiosto è l'evocativo  titolo della mostra organizzata presso il Museo di Scienze Naturali di Torino. Fino al 15 gennaio sono esposte una trentina di fotografie realizzate dal celebre fografo francese Robert Doisneau che ha ritratto degli scolari  francesi,   tra gli anni '40 e '50 del XX secolo. I bambini sono colti nel vivere quotidiano. A scuola persi in un attimo di distrazione, seri, divertiti, assorti, complici, preoccupati o sorridenti,  alle prese con una marachella o con una prova di destrezza.


Trenta e una storia che affiorano osservando le immagini, colpiti da un particolare che a una prima occhiata non si era colto.  Doisneau ha uno sguardo ispirato e la pazienza necessaria per  realizzare immagini  delicate, tenere, suggestive in un bianco e nero che affascina.


 Prezzo: intero € 5,00 - ridotto € 2,50


Luogo: Museo Regionale di Scienze Naturali
Indirizzo: Via Giolitti 36
Città: TORINO (TO).


Fino a domenica 15/01/2012
-Dal giorno 27/11/2011 al 15/01/2012 dalle ore 10:00 alle ore 19:00 nei giorni: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica




Notizia tratta dal sito TorinoCultura a questo link.

domenica 8 gennaio 2012

Sherlock Holmes - Gioco di ombre

Sherlock blog.jpg 2E' il secondo capitolo della serie,  in testa agli incassi nelle festività natalizie. Si avvale di due interpreti di valore.  Robert Downey Jr  e Jude Law appaiono ispirati e vestono alla perfezione i panni dell'investigatore e del suo aiutante/spalla eppure il film non mi ha convinto. Ho l'impressione non siano riusciti a sfruttare appieno il potenziale che avevano a disposizione.


1891. Una serie di attentati incrina le relazioni tra le nazioni europee. Un uomo insospettabile sembra pronto ad approfittare della situazione. Sherlock seguendo Irene Adler si trova a intralciare il piano del suo peggior nemico,  il professor Moriarty. Irene Adler pedina inconsapevole viene eliminata dalla scena e Holmes ha un motivo in più per tentare di fermare il temibile professore. Può contare sull'aiuto del fido Dottor Watson, costretto a rinunciare alla sua luna di miele, sul fratello Mycroft, in eterna competizione, e  su Madame Simza, una cartomante alla ricerca del fratello  coinvolto nel progetto ordito da Moriarty, nonché sulle sue  indiscusse doti investigative.  L'inseguimento si fa serrato da Parigi alla la Germania  e infine in Svizzera presso le cascate Reichenbach, luogo scelto per l'incontro dei rappresentanti  della diplomazia europea. Una mossa sbagliata e sarà guerra. Holmes lo sa, fronteggia Moriarty su una scacchiera. Dispiega con maestria le fila di un'indagine a tratti oscura. Non gli resta  che un gesto estremo per mettere al sicuro il risultato. Il film si chiude con il  dottor Watson che, a Londra, scrive il resoconto di quest ultima (?) avventura.


Bella la colonna sonora, i titoli di coda, i costumi.  Il  metodo deduttivo  che solitamente caratterizza   il celebre investigatore è  stato messo in ombra in questo film d'azione.  Incomprensibile la scelta di eliminare fin dai primi minuti il personaggio di Irene Adler,  incantevole motivo di confusione per Holmes, capace di vivacizzare il racconto,  si sente la sua mancanza. Madame Simza non sembra  in grado di sostituirla.


 


Sherlock Holmes a Game of Shadows


Regista: Guy Ritchie  Interpreti:   Robert Downey Jr.,  Jude Law, Noomi Rapace, Jared Harris, Stephen Fry,  Rachel Mc Adams.

sabato 7 gennaio 2012

Dieci Inverni

Dieci InverniCamilla   e  Silvestro  sono le metà di un'unica mela.  Faticano a fidarsi l'una dell'altro, non riescono a costruire un momento giusto che valga per entrambi, dubitano, si ritraggono per  riunirsi a distanza di dieci anni dal loro primo incontro. Dieci Inverni  è una storia d'amore vissuta per immagini, dieci momenti nella vita di due ragazzi che vanno a studiare a Venezia. Nella laguna argentata, luminosa e nascosta, consumano la loro conoscenza, il loro dirsi arrivederci e forse addio.


Camilla per approfondire lo studio del teatro russo va a Mosca e lì si stabilisce per un paio d'anni, poi torna a Venezia per laurearsi e curare le ferite di una relazione conclusa  con un regista russo. Silvestro l'accoglie, la distrae, ricade nell'attrazione che prova nei confronti della ragazza per poi allontarsi pensando che Camilla non ha chiuso con il suo passato. Un incontro fuggevole al mercato. Il matrimonio di una comune amica celebrato in Russia, rivelazioni, il peso di occasioni perdute e destini che sembrano già scritti. La crisi di Camilla alle prese con una figlia  e una relazione naufragata,  Silvestro  che prova a starle vicino e fugge spaventato dalle conseguenze. Due anime che corrono in direzioni contrarie. Infine l'asta della casa che hanno condiviso da studenti li vede tentare la sorte e far pace con il loro amore.


Dieci Inverni                              


Regista: Valerio Mieli. Interpreti: Isabella Ragonese, Michele Riondino, Glen Blackhall, Sergej Zigunov, Sergej Nikonenko, Ljuba Zaiceva.

giovedì 5 gennaio 2012

Sting - Soul Cake

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=qAeTifNBYlo?rel=0]

H

HLa voce degli angeli può garantire un buon risveglio? Marcel saprà rispondervi. L'isola di H cambia spesso padrone e intesse storie. Incontri bizzarri, amori che non si riconoscono, risvegli  che avvolgono come sogni.


Titolo: H


Autore: Andrea Ferrari


Editore: Fazi

mercoledì 4 gennaio 2012

L'inutile Alfredo

Sarà capitato anche a voi di incontrare un personaggio che non potete soffrire, che osservate nelle pagine di un libro, sulla scena con malcelato fastidio e vi chiedere cosa ci sta a fare, come può essere così cieco, irritante, inutile.  A un certo punto vi viene voglia di farvi avanti, scrollarlo, dirgli: - su, svegliati, puoi far meglio di così..
Ho scritto questo poche righe avendo in mente un  nome e un cognome: Alfredo Germont. Protagonista maschile de La Traviata, è  un giovane studente di buona famiglia,  dichiara il suo amore a  Violetta Valéry, donna di mondo, la più bella di Parigi,  il cui fisico è minato dalla tisi. La convince ad abbandonare la professione per ritirarsi in campagna in nome del sentimento puro che li unisce.
Vivono giorni Travimeravigliosi, la donna rifiorisce conducendo una vita tranquilla, sembrano vivere l'uno dell'amore dell'altra. Il bel sogno si incrina il giorno in cui Alfredo si accorge che per mantenerli  Violetta sta vendendo i suoi gioielli. Annetta, la domestica della donna, lo confessa impacciata ad Alfredo. Il ragazzo,  ripreso contatto con la dura realtà, decide di recarsi in città e chiedere del dena ro al padre.  Il genitore rifiuta. Mentre il ragazzo prova a chiedere aiuto agli amici,  suo padre, Giorgio Germont, si presenta dinanzi a Violetta. Prima l'accusa di voler sfruttare il ragazzo.  Resosi conto che Violetta ha provveduto a ma ntenere entr ambi, sposta le sue critiche sull'opportunità di una simile unione.  La sorella di Alfredo rischia di essere danneggiata da tale relazione dinanzi alla famiglia del futuro sposo. Alfredo  a che futuro può aspirare dopo che Violetta sarà morta a causa della tisi. Tanto disse, tanto fece  che Violetta disperata acconsente a troncare la relazione con Alfredo. Quando il ragazzo torna  a casa c'è un ultimo fuggevole incontro nel quale la donna dichiara di voler tornare in città e  gli si rivolge  invocando il suo amore  .... Amami Alfredo, amami come io t'amo.
Alfredo non capisce subito che è un addio. Torna anche lui in città, scopre che Violetta ha riprese a frequentare un conte. Ebbro di gelosia si presenta a una festa dove sono presenti entrambi. Sfida il conte a carte e vince una forte somma. Violetta gli dice di calmarsi, lui le chiede  se lei l'ama, vuole che lasci il conte. Lei rifiuta disperata ma ferma nel suo convincimento di fare solo il bene del ragazzo standogli lontano. Alfredo in uno scatto di rabbia getta ai piedi di Violetta il denaro appena vinto. Vuole umiliarla. Dice, davanti  a tutti, che così paga i servigi di Violetta.  La donna è affranta, non riesce ad aprir bocca, ferita dalle parole della persona che ama. Alfredo riceve il biasimo dei presenti compreso il padre, si allontana, parte per una serie di viaggi d'affari.
Violetta consuma velocemente la sua esistenza, sente di aver nulla per cui continuare a vivere. Le sue condizioni di salute si aggravano e Giorgio Germont impietosito richiama il figlio a Parigi  confessando  il ruolo avuto nel separare i due innamorati. Alfredo ritorna in tempo per dichiarare il suo amore a Violetta che spira tra le sue braccia.
Che dire di una storia come questa, già raccontata da Alexandre Dumas (figlio), ne La signora delle Camelie? Un dramma, figlio di equivoci, scarsa fiducia e pregiudizi.
Violetta è l'eroina disposta a sacrificare il suo amore per proteggere il suo innamorato da un sentimento che può distruggerlo socialmente. Sembra espiare dall'inizio alla fine  i suoi peccati, a tratti consapevole che non ci sarà una seconda occasione, una possibilità di essere felice  cerca nelle fatue risate, nel ballo, nella vita mondana  un modo per dimenticare. Pronta a rinunciare alla sua felicità, si arroga il diritto di decidere per entrambi pensando di fare il bene Alfredo. L'eroina romantica destinata a una fine precoce.
Alfredo? chi è Alfredo? Un ragazzetto viziato che dichiara il suo amore e pretende tutto. Non consapevole delle spese da sostenere per dar vita a un sogno. Pronto a chiedere aiuto a papà piuttosto che rimboccarsi le maniche. Non ha fiducia in   Violetta, la tratta come un oggetto appena si sente ferito. Le volta le spalle, si allontana e non la cerca più troppo impegnato a crogiolarsi nel suo dolore. Infine ritorna richiamato dal padre, non perchè è riuscito a scoprire la verità, le dichiara il suo amore, la vede chiudere gli occhi e fa poco altro. Una piccola inutile sagoma di cartone posata sul palcoscenico, si fa sbatacchiare dal vento e coltiva una ferocia crudele a cui non mi riesce di trovare giustificazioni.

lunedì 2 gennaio 2012

Midnight in Paris

 Un'auto d'epoca arranca in salita. Allo scoccare della mezzanotte, un uomo in frack, si sporge dal Midnight in Parisfinestrino e richiama Gill invitandolo a salire. L'uomo, americano, con il mito della Parigi degli anni ruggenti, sceneggiatore, in cerca di ispirazione letteraria, accetta titubante. L'auto riparte accompagnandolo nel mito. Scott, Zelda, Ernest, Gertrud, Salvador, Pablo brillano nella Parigi degli anni venti. Insieme a loro Gill scopre un mondo che aveva conosciuto solo attraverso i libri e ne rimane affascinato. Conosce Adriana, già amante di Picasso e Modigliani e si sente attratto da lei. Di notte viaggiatore, di giorno turista insoddisfatto. Insieme alla fidanzata Ines, gira per musei, parchi, negozi dovendo sopportare la pedanteria di un professore amico di lei e due futuri suoceri che apprezzano di Gill solo il denaro. Emergono le fragilità, i diversi desideri della coppia che non sembra condividere nulla neppure la passione per la pioggia parigina. La linea del tempo intanto si contorce come un'onda che gioca ad avvicinare e dividere. Gill prova a guardare dentro di sè e in quel mito del passato che si riflette come uno specchio nell'esistenza di molte persone. Forse è il momento di fare qualche cambiamento...


Regista: Woody Allen Interpreti: Owen Wilson, Rachel McAdams, Marion Cotillard, Kathy Bates, Michael Sheen, Leà Seydoux, Carla Bruni (nel ruolo improbabile di una guida turistica nel museo di Rodin)