domenica 30 dicembre 2012

2013 WOMEN CHALLENGE

Questa è la prima sfida di lettura a cui partecipo. Mi piace il fatto che duri un anno, è strutturata su più livelli - io punto al Livello 2: GIRLS POWER - e  soprattutto invoglia a leggere più libri di scrittrici femminili.

Qui  riporto  le regole pubblicate sul blog   PeeK a Book .
La sfida ci invoglierà a leggere più libri scritti da donne, di qualsiasi genere siano, scegliete pure quello che preferite e partecipate!

Decidete il vostro livello e, se vi va, lasciatemi un commento a questo articolo elencando le vostre 3 autrici preferite, in modo da suggerire nuovi nomi anche agli altri partecipanti. 


Ecco le mie (sono le prime che mi vengono in mente):

* Isabel Allende
* Marcela Serrano
* Kathy Reichs


Regole:
* chiunque può partecipare;
* non è necessario avere un blog per partecipare. Se non hai un blog lasciami cortesemente un commento con un link (se le pubblichi da qualche parte) alle tue recensioni o con la lista dei libri che leggerai man mano e il livello che hai scelto;
* è permessa la lettura di audiolibri, e-books, libri "normali" e riletture;
* per i blogger: crea un post di iscrizione (tipo questo che ho scritto io) e posta il link sul linky che trovi qui sotto;
* la sfida durerà dal 1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2013.


Livelli:
Livello 1: BABY GIRL - leggi da 1 a 5 libri scritti da un'autrice donna
Livello 2: GIRLS POWER - leggi da 6 a 10 libri scritti da un'autrice donna
Livello 3: SUPER GIRL - leggi da 11 a 15 libri scritti da un'autrice donna
Livello 4: WONDER WOMAN - leggi più di 16 libri scritti da un'autrice donna


Buona lettura!

giovedì 27 dicembre 2012

Le chiavi

Questo racconto ha partecipato  al concorso  indetto da La Stampa "Rivesti l'eroe"
Una mattina rientravo a casa dopo
aver fatto la spesa.  Tenevo George peppardil sacchetto appoggiato alla spalla sinistra mentre
facevo scorrere le  chiavi tra le dita
fino a  individuare quella che apriva il
portone. La trovai quasi subito, dopo averla girata nella toppa un paio di
volte feci ruotare il pomello ed entrai.


Erano le nove del mattino e la
mia vicina di casa camminava avanti e indietro davanti all’ingresso del mio
appartamento. Lei era naturalmente 
sofisticata nel suo tubino nero in un tessuto morbido che su di lei scivolava 
dolcemente, il collo era avvolto da una collana di perle, la testa coperta da
un cappello ampio ornato di un nastro di seta chiaro, i piedi elevati da un
paio di scarpe dal tacco sottile. Pensai che non riusciva ad essere fuori posto
nemmeno  con quel abbigliamento da festa
in società.


AppoggiAudrey_Hepburn_Colazione_da_Tiffanyava le labbra sulla
stanghetta degli occhiali da sole e si guardava intorno come alla ricerca di
qualcosa. Mi feci avanti.


-Buongiorno, aspetta me?-  lei mi guardò sorpresa e sbottò in un – Lei?
No, in verità non aspetto nessuno.


Rimasi un po’ deluso ma non lo
diedi a vedere.


-Signorina, dovrebbe spostarsi.
Vorrei entrare nel mio appartamento.


-Il suo…ah, si il suo
appartamento. Anche io vorrei entrare nel mio. Ma proprio non ricordo dove ho
messo le chiavi. Ieri sera quando sono uscita le ho infilate nella borsetta
come al solito però adesso non ci sono più.


Le sorrisi in un moto di
comprensione.


- Sono cose che capitano vedrà
che presto le ritroverà. Io sono Paul Varjak. - dissi stringendole la mano.


-Varjak? – mi fissò perplessa.


-Si, Paul Varjak - ripetei più
lentamente - il suo nuovo vicino.


-Ah, si. Piacere, gli amici mi
chiamano Holly – disse la donna mentre il suo volto si apriva in un sorriso.


Non potevo abbandonarla sul
pianerottolo.


-Venga dentro, le preparò un
caffé. E’ miracoloso nel far ritrovare le cose.


-Davvero? – fece lei seguendomi
in casa.


(il racconto è ispirato a un brano di Colazione da Tiffany)

martedì 25 dicembre 2012

Istantanee da una tempesta


Nave-tempesta-495x389La
nave imbarcava acqua, Estebàn era al timone da ore, i muscoli delle spalle  si erano irrigiditi e gli sembrava di non poter più muovere le dita.



Intorno a lui il mare, anche l'ultimo bagliore si era
inabissato. L'equipaggio aveva afferrato dei secchi, li riempiva e li rovesciava oltre il
ponte ma non lo faceva abbastanza in fretta, il livello dell'acqua
saliva inesorabile a lambire le caviglie.


Le vele erano state ammainate e
gli alberi nudi restavano soli a respingere il vento. Joselito si era rannicchiato nella coffa, a tratti tentava di sollevare il capo in cerca di un lembo di terra.  L'ufficiale in seconda si era nascosto sottocoperta, in un angolo buio, ove tentava di annegare nel rum il mal di mare che lo affliggeva.


In cambusa  Pencott, il cuoco, inginocchiato su una manciata di fagioli, brandiva un mestolo e provava a  venire a patti con il destino.


Iniziava una lunga notte.